Tutti i soci pisani dicono sì alla fusione

NAZIONE PISA Pagina: 1-6

Tutti i soci pisani dicono sì alla fusione

TUTTI dentro per convinzione o comunque per necessità, visto che chi resterà fuori è destinato a non contare un granché. E’ questo in sintesi, lo scenario con il quale i soci pubblici pisani dell’ex patto di sindacato – che governava Sat prima della scalata argentina – si presenteranno all’assemblea dei soci di questa mattina. Dunque Comune/Provincia, ma anche Fondazione Pisa e Camera di Commercio, a meno di improbabili colpi di scena, voteranno a favore del piano di fusione tra Sat e Adf che sarà presentato dagli argentini di Corporacion America Italia. La consolazione per i pisani, se così si può dire, è quella di non finire relegati a ruoli del tutto marginali e senza alcuna possibilità di incidere sulle grandi scelte per lo sviluppo dei due scali. Filippeschi, che oggi controlla Comune e Provincia, è soddisfatto perché ha avuto dal governo l’assicurazione che Roma metterà 150 milioni per ristrutturare Peretola, i cui lavori dunque, una volta nata la società unica, non saranno pagati con i soldi pisani di Sat (o almeno così dovrebbe essere); ma anche Camera di Commercio e Fondazione Pisa hanno deciso ieri pomeriggio all’unanimità di aderire alla fusione in vista appunto della partita, tutta da giocare, per il rinnovo del cda della nuova società, la quale debutterà col nome di TA-Toscana aeroporti. Bisognerà attendere maggio-giugno, ma i grandi giochi iniziano proprio con il voto di oggi sulla fusione. Nel nuovo cda (15 membri, di cui 9 verosimilmente a Corporacion America) ai pisani toccheranno tre seggi a fronte di quattro enti in corsa. Due posti sono per Comune e Provincia (uno potrebbe essere lo stesso Filippeschi che sceglierà anche un secondo nome di sua fiducia) e un posto resta da dividere tra Camera di Commercio e Fondazione Pisa. Proprio a palazzo Blu, ieri, riunita la Deputazione, ci sono stati diversi interventi nettamente schierati a favore del mantenimento di un proprio rappresentante in cda. Ipotesi questa che contrasterebbe con un eventuale accordo tra Fondazione e Camera di Commercio per far «passare» Pierfrancesco Pacini, il quale è tra l’altro papabile a una delle due vicepresidenze della nuova società. Ma Fondazione Pisa, è stato sottolineato, possiede più quote Sat rispetto alla Camera (8,6% rispetto al 7,8%) e dunque potrebbe legittimamente aspirare a un proprio uomo in cda, tanto più che Pacini potrebbe comunque essere eletto con un accordo in sede fiorentina (è infatti presidente di Confindustria Toscana).
SEMPRE di ieri la dura presa di posizione del grillini di Pisa, Firenze e Livorno che, insieme, attaccano Filippeschi: «Abbiamo denunciato – scrivono – l’irresponsabilità e il cinismo del Pd toscano che su questa vicenda gioca contro gli interessi della popolazione, dell’ambiente e del buon senso. Filippeschi dovrebbe dimettersi per aver fallito nella salvaguardia di una risorsa strategica come l’aeroporto».
Il sindaco è accusato di «tradimento politico della città, per il quale sarà chiamato a rispondere davanti ai suoi cittadini» perché «compiendo un’inversione rispetto alla linea iniziale, si è totalmente piegato alla volontà del compagno Rossi e l’amico Renzi».

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