Un Libro bianco per salvare Pisa

mercoledì 30 luglio 2014, IL FATTO QUOTIDIANO Pagina: 20

Un Libro bianco per salvare Pisa

di Tomaso Montanari

PISA NON è un’isola felice. Chi vive e lavora nella nostra città si rende conto del lento, ma inesorabile abbandono delle politiche sociali, culturali e ambientali da parte dell’attuale Amministrazione comunale. A questo si sommano la crisi dell’occupazione e la precarietà del lavoro”. L da queste constatazioni che parte l’esperienza politica della lista “Una città in Comune”, che alle ultime amministrative ha eletto due rappresentanti in consiglio comunale. Ma a noi tutto questo interessa perché il gruppo Cultura di “Una città in Comune” ha fatto un lavoro importantissimo, e unico in Italia: un prodotto un Libro Bianco sui Beni Culturali pisani, che chiunque può scaricare dalla rete (http://unacittaincomune.it/disponibile-online-il-libro-bianco-sui-beni-culturali-pisani-presentato-ieri-a-riva-mancina/). Quaranta documentatissime pagine che raccontano i peccati di pensieri, opere e omissioni che stanno condannando a morte un patrimonio davvero unico. Se fossi il sindaco o l’assessore alla Cultura di Pisa, il rettore di una delle università, il vescovo o il soprintendente ora mi vergognerei a uscire di casa: perché tutti possono farsi un’idea, solida e diretta, delle responsabilità enormi di una classe dirigente che è eufemistico definire inadeguata. Una città in cui mentre una grande basilica romanica come San Paolo a Ripa d’Arno è chiusa da anni e rischia di crollare, ci si balocca con il demenziale progetto degli Uffizi Pisani (no, non è il “Vernacoliere”: è proprio vero). Una città in cui l’università si autopugnala al cuore chiudendo e smembrando la sua importantissima biblioteca storica. Ma anche una città, apprendiamo dal Libro Bianco, che vuole ripartire nell’unico modo possibile: aprendo bene gli occhi sulla propria disgregazione culturale e sociale, e mettendo gli eletti dal popolo di fronte alle loro responsabilità. C’è da sperare che sia un inizio: solo cento, mille, simili Libri Bianchi possono far capire agli italiani di oggi perché i loro figli rischiano di non capirci quando parleremo loro di “patrimonio culturale”.

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