In questi giorni i cittadini di S.Ermete hanno detto basta. Hanno preso sedie, striscioni e megafono e si sono seduti sul cavalcavia che unisce il loro quartiere alla città. La protesta non arriva per caso. Da anni quel passaggio rappresenta un pericolo per la vita dei pedoni e dei ciclisti che ogni giorno lo attraversano. Una Città in Comune era presente oggi e lo sarà per tutta la durata della protesta, perché riteniamo che tra tutte le opere pubbliche che l’Amministrazione Comunale ha in cantiere questa sia tra le più urgenti.
Sappiamo come il problema non sia di facile soluzione. I costi previsti sono dell’ordine di due milioni di euro. Tuttavia dobbiamo constatare che per altri progetti il Comune ha trovato cifre del genere senza troppe difficoltà. Certamente serve una volontà che per ora non si vede.
Ad ogni modo, i cittadini di S.Ermete non possono certo aspettare ancora degli anni per poter venire in città senza rischiare la vita. Hanno bisogno di risposte immediate e sembrava che il Consiglio Comunale ne avesse preso finalmente atto quando, in sede di bilancio preventivo, era stato approvato un nostro ordine del giorno in cui si impegnava la Giunta a “stanziare nella prima variazione di bilancio del 2015 le risorse necessarie per realizzare i primi urgenti provvedimenti finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza per il transito dei pedoni, delle biciclette e dei veicoli (ad esempio: la realizzazione di un marciapiede anche da un solo lato della carreggiata, all’adeguamento della segnaletica e dell’illuminazione stradale, a sistemi di rallentamento ad effetto ottico e/o acustico) in attesa di realizzare quelle opere strutturali necessarie a garantire un percorso ciclopedonabile sull’intero cavalcavia”.
Nei giorni scorsi, in seguito alla giusta protesta degli abitanti, sono stati piantati due cartelli di riduzione della velocità e dei segnalatori cartarifrangenti per terra. Questo è tutto quello che la Giunta intende fare per rispettare l’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio? Ci vogliono ben altri investimenti e ben altri lavori per la messa in sicurezza reale.