Una Città in Comune per la dignità e i diritti umani delle persone detenute

La lista Una Città in Comune e Rifondazione Comunista aderiscono alla campagna nazionale per la promozione di tre leggi di iniziativa popolare riguardanti tortura, carceri, droga.
Per questo saremo in Logge dei Banchi martedi nove aprile dalle 15 alle 18: raccoglieremo firme per portare in parlamento leggi che ripristino la legalità in un sistema penale abnorme e diseguale, appesantito da provvedimenti emergenziali e e da leggi ingiuste. Proposte che finalmente trattano organicamente la quotidiana violazione dei diritti umani che si perpetra nelle carceri d’Italia, dove sono detenute 67 mila persone in luoghi che ne possono contenere al massimo 47.000.

Il sovraffollamento, dicono i promotori dell’appello, non è una calamità naturale, ma è un fatto politicamente determinato.
E gli effetti di queste scellerate scelte politiche possiamo osservarle anche qui, nella Casa circondariale di Pisa dove, a fronte di una capienza di 225 detenuti, ne sono stipati in media 380. E’ difficile fare una stima costante del numero, visto il turn over costante e continuo di chi entra e chi esce. Dei detenuti, circa il 60 % sono persone straniere, il 30 % sono tossicodipendenti e più della metà è in attesa di giudizio. Il tutto in un luogo strutturalmente inadeguato, dove manca l’acqua calda e dove spesso non funziona neppure il riscaldamento.

Non è con il -speriamo defunto- piano dell’edilizia carceraria che si risolve il problema:lo si fa con una profonda ed organica riforma del sistema penale.
Le tre proposte di legge sono promosse da una rete di associazioni tra le quali vi sono A Buon diritto, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Cgil, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Forum Droghe, Gruppo Abele, Unione Camere penali italiane.

La prima legge per cui raccogliamo firme propone l’inserimento nel Codice Penale del reato di tortura, secondo la definizione data dalla Convenzione delle Nazioni Unite; la seconda, come scrivono i promotori, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l’abrogazione del reato di clandestinità.

La terza proposta di legge prevede di modificare sostanzialmente la legge Fini Giovanardi, che provoca tanta carcerazione inutile(dannosa per la persona e la società), depenalizzando il consumo, diminuendo le pene relative alla detenzione di sostanze e dando centralità ai servizi pubblici per le dipendenze.

Noi raccoglieremo le firme sotto il comune, perchè riteniamo che l’ente locale debba essere il primo garante della tutela dei diritti umani, e perchè crediamo che i percorsi di autonomia e di inserimento nel territorio delle persone condannate, siano il modo più efficace per assicurare quella funzione rieducativa della pena di cui parla la nostra carta costituzionale.

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