Una strana morte all’ombra della Torre di Pisa

 

-INTRODUZIONE

-IL MALE

-IL BENE

-QUELLO CHE SI POTEVA FARE

-QUELLO CHE SI E’ VOLUTO FARE

-CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI

 

-Vorrei parlare un’altra volta del Consorzio Pisa Ricerche ma non del “fiore all’occhiello della ricerca pisana”, NO, quello chi doveva saperlo lo sapeva, anche troppo bene.

Voglio parlare degli ultimi anni di vita del CPR e della brutta fine che gli è stata fatta fare.

Era malato il Consorzio, gravemente, una cura c’era però, era lì pronta , bastava una FIRMA ma in questa storia le FIRME  vedremo che  sono le protagoniste.

E’ stato così deciso di far morire il CPR e non senza sofferenza almeno da parte dei lavoratori che sono rimasti purtroppo  inermi e increduli davanti alla sua fine .

-La crisi italiana ha avuto grandi ripercussioni  sulla ricerca e di conseguenza anche sul Consorzio Pisa Ricerche.

Le banche che prima concedevano prestiti, mutui, anticipazioni e scoperti con estrema facilità (facendosi pure concorrenza tra di loro), hanno drasticamente tagliato il credito finanziario.

Scelte azzardate,  come l’acquisto degli appartamenti in centro di Pisa, in Corso Italia, si sono dimostrate catastrofiche.

L’assunzione di personale dipendente forse dovuto per legge, (in quanto i collaboratori dopo alcuni anni di prestazioni con la stessa ditta devono essere assunti) ha contribuito ad accrescere la crisi finanziaria che stava attraversando il CPR.

Tanti sono stati i fattori negativi per il Consorzio ma, anche se nessuno li ricorda, c’erano anche quelli positivi.

-Il CPR aveva una percentuale di realizzo di progetti presentati del 99% , da sempre.

Anche nell’ultimo periodo erano stati presentati  e con quale risultato?

Circa 900 mila euro di progetti  passati e quindi di lavoro per il personale del CPR.

Dove sono finiti ora? All’Università di Pisa (socio del CPR)?

Molti dei crediti ritenuti inesigibili e quindi svalutati sono, durante il fallimento, stati incassati (almeno 300.000 euro).

-All’inizio del 2012 l’amministratore Prof. Prete, essendo consapevole della grave situazione finanziaria del Consorzio, predispone un piano di ristrutturazione (che prevedeva tra l’altro, cassa integrazione per i dipendenti, azioni di recupero crediti …), ma  non gli  è stata data la possibilità di metterlo in pratica in quanto, nel frattempo, era scaduto il suo incarico e non gli è stato volutamente rinnovato.

-Per mesi il Consorzio è rimasto senza un Amministratore, per troppo tempo è rimasto senza poter effettuare qualsiasi tipo di attività. Nessuno  FIRMAVA nuovi contratti di lavoro, nessuno FIRMAVA  i moduli necessari  per prorogare gli anticipi di fatture e di contratti con le banche e il CPR era una nave senza capitano, in balia delle onde, in un mare burrascoso.

I soci  hanno, con i loro tempi, eletto un nuovo amministratore, Dott. Madonna , che ha “effettuato degli studi “ sul CPR e ha deciso  di non accettare l’incarico in quanto la società era altamente indebitata . Intanto il tempo passava e il Consorzio andava alla deriva.

I soci hanno dunque nominato il Dott. Guelfi,  bel ragazzo,  giovane,  intraprendente, carismatico  e con grandi doti oratorie ma con una grande paura: la FIRMA.

Il Dott. Guelfi è riuscito a convincere i lavoratori, senza stipendio dal mese di maggio, a continuare ad andare a lavoro e a collaborare per salvare il Consorzio, senza una cassa integrazione, senza nessuna garanzia  perché lui non voleva FIRMARE, non voleva rischiare e intanto i debiti aumentavano (quantomeno quelli verso i lavoratori) e  il Consorzio naufragava (famose le sue similitudini sulle navi…peccato che alla fine lui ha fatto la parte di Schettino).

Nello stesso tempo ha nominato una ”commissione tecnica” per valutare le possibili azioni da intraprendere per salvare il CPR (o chiudere, dipende dai punti di vista). Tutto o quasi lo stato patrimoniale attivo del CPR è stato azzerato, il Consorzio ha raggiunto una perdita di 5 milioni di euro (io lavoravo in amministrazione ma con tutto il pessimismo possibile non riuscivo ad immaginare una perdita di quell’importo.)

Si riunisce anche il nuovo collegio sindacale che  stampe contabili e documenti originali alla mano inizia e non conclude mai la prima e ultima verifica sulla effettiva situazione del Consorzio,  perché, come sappiamo, avviene il furto.

-Forse lo stato del CPR non era così tragico, i creditori prevalenti oltre alle banche, per l’ipoteca sugli appartamenti e per le anticipazioni scadute che nessuno aveva rinnovato, erano i lavoratori.

Ma  tutto finisce, c’è il FURTO .

Con  questa azione si annientano tutti i dubbi, speranze terminate.

Viene  nominato il curatore fallimentare che , sempre con l’aiuto gratuito di alcuni dipendenti che ancora si sentono in dovere chissà perché di aiutare, procede a FIRMARE la fine del CPR.

– All’ombra della Torre di Pisa i soci si guardano in giro, sono passati dei mesi, il silenzio è calato, le elezioni sono concluse, è iniziato un nuovo anno …il Consorzio  cosa passata, ma ne siete sicuri?

La Provincia di Pisa  si è sentita in dovere di  effettuare  un’indagine per determinare gli eventuali “colpevoli”  e presto (speriamo)  renderà pubblica la conclusione a cui è giunta (o ci sarà un nuovo furto???)

In ogni caso noi , ex lavoratori,  sappiamo benissimo chi sono i responsabili  della morte del Consorzio : i soci.

Tutti colpevoli, dal primo all’ultimo, vuoi per mancanza di interesse vuoi con volontarietà.

E ora se hanno una coscienza, devono fare qualcosa, devano assumersi le proprie responsabilità, devono FIRMARE perché i lavoratori sono vittime innocenti,  quantomeno del loro menefreghismo.

E’ probabile che questo mio “racconto” non sortirà alcun effetto, ormai ho capito da  tempo  che questa è una società egoista, senza scrupoli e senza valori  però mi auguro che possa riuscire, almeno per un attimo, a far abbassare il capo e arrossare il viso a qualcuno…

E poi se ce n’è uno, anche uno solo, con un minimo di dignità morale, magari  può lanciare un’ancora di salvezza per noi naufraghi …;)

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