Un’altra speculazione politica sulle strade di Pisa: no alla rotonda “Norma Cossetto”

Giovedì 21 gennaio la Giunta di Pisa ha discusso dell’intitolazione di due importanti rotonde cittadine a due donne, uccise poco più che ragazze durante la seconda guerra mondiale: a ovest del centro abitato, in direzione del Parco di San Rossore, la rotonda “Anna Frank” tra l’Aurelia e Viale delle Cascine; a est, davanti al Cimitero di San Michele degli Scalzi, la rotonda “Norma Cossetto” tra via Cisanello e via Maccatella.

Tutti conoscono la storia di Anna Frank, ebrea tedesca rifugiata con la famiglia ad Amsterdam, dove visse nascosta per oltre due anni lasciandoci un diario tra le pagine più belle e toccanti della letteratura del ‘900, fino alla cattura da parte dei tedeschi, la deportazione e la morte nel campo di concentramento di Bergen-Belsen.

Non tutti invece conoscono la storia di Norma Cossetto, anche perché quella diffusa dalla destra è in gran parte manipolata e mistificata. Sappiamo che era un studentessa universitaria uccisa in Istria probabilmente da partigiani italiani e infoibata poco più che ventenne, nell’autunno 1943, e che il padre era un fascista convinto, ufficiale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale impegnato in operazioni di rastrellamento antipartigiano sotto comando nazista. Norma Cossetto, «vittima» secondo la stampa di regime «della barbarie balcano-comunista», divenne un simbolo per i fascisti filotedeschi già nel corso della guerra, quando la sorella creò una brigata nera a lei intitolata.

Dopo la rotonda di Marina intitolata al nostalgico fascista Beppe Niccolai (approvata insieme alla rotonda per il comunista Giugi De Felice), il gioco della “par condicio” piace molto alla Giunta che stavolta usa un simbolo mondiale delle vittime della persecuzione nazista per far passare un simbolo della destra neofascista, la figlia di un persecutore alleato dei nazisti, vittima anch’essa della follia della guerra.

La vicesindaca di Pisa ha spiegato che la rotonda è stata scelta perché è quella di accesso a San Rossore, dove furono firmate le leggi razziali fasciste. Non ha ancora spiegato il perché della rotonda scelta per la Cossetto: forse non sa che da lì si passa per raggiungere la chiesa di San Biagio a Cisanello, dove il 2 agosto 1944 le SS tedesche massacrarono 11 civili nella canonica e 12 rifugiati nella “casina rosa” poco distante. La memoria delle stragi nazifasciste è viva nel nostro territorio: non possiamo accettare che sulle vicende della seconda guerra mondiale si compia una macabra speculazione di legittimazione politica, accomunando sotto l’etichetta di “vittime” tragiche vicende dal significato e dallo spessore incomparabile.

La commissione toponomastica di Reggio Emilia ha recentemente bloccato l’intitolazione di una via a Norma Cossetto per la mancanza di «notizie storiche certe e verificate riguardanti le vicissitudini che hanno portato alla cattura e all’uccisione della Cossetto». Ci auguriamo che a Pisa possa succedere lo stesso.

Una città in comune

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