Variazione di destinazione per l’area ex-Gea? No all’uso della variante stadio per favorire interessi privati

Cosa c’entra l’area dell’ex-Gea in via Emanuele Filiberto, di proprietà della Cemes di Madonna, con la variante sull’Arena Garibaldi? La risposta è semplice: l’amministrazione comunale sta utilizzando, ancora una volta, la variante stadio per dare via libera a operazioni immobiliari altrimenti non realizzabili. Operazioni che nulla hanno a che vedere con la riqualificazione dello stadio, né con l’interesse pubblico.

Nei mesi scorsi la Cemes ha presentato agli uffici comunali una richiesta di variante di destinazione d’uso a fini commerciali per l’ex-Gea, prima di proprietà dell’Università di Pisa. L’obiettivo era realizzare un nuovo supermercato. La pratica presentava però varie criticità e non è andata avanti: essendo in fase di redazione il nuovo Piano strutturale, la richiesta della Cemes sarebbe dovuta rientrare all’interno di questo strumento di pianificazione urbanistica.

E qui arriva il colpo di scena. La Cemes ha presentato un’osservazione alla variante stadio in cui chiede nuovamente il cambio di destinazione d’uso per l’area, mettendo sul piatto la disponibilità di qualche posto auto in occasione degli eventi sportivi. Tale area, però, è esterna alla variante per l’Arena Garibaldi e non attiene in nessun modo alla procedura urbanistica in corso. Anche tenendo conto che la pratica era già stata bloccata, l’osservazione andava respinta: invece, in Commissione urbanistica, la maggioranza ha accolto senza difficoltà l’osservazione della Cemes, decidendo di inserire nella delibera finale della variante stadio una nuova scheda relativa all’ex Gea, con una generica possibilità di cambio d’uso.

Riteniamo che questa osservazione, al pari di un’altra relativa ad un’area industriale in via del Brennero, non andasse accolta in quanto semplicemente non pertinente con la variante. Seguendo questa stessa logica, chiunque avrebbe potuto presentare osservazioni alla variante per chiedere variazioni di destinazione d’uso sulle aree più disparate delle città, offrendo posti auto in cambio, distorcendo il senso stesso della variante. Si tratta di un fatto inaccettabile che, se confermato dal Consiglio Comunale, creerebbe un precedente grave: salterebbero, infatti, tutti i passaggi amministrativi e democratici che garantiscono la legittimità delle previsioni urbanistiche, andando ben oltre le storture di quella “urbanistica contrattata” da noi sempre duramente contestata.

In Commissione urbanistica, nella discussione sulle osservazioni alla variante stadio, la maggioranza ha respinto con arroganza e superficialità tutte le richieste avanzate da cittadini, cittadine e comitati in materia di sostenibilità del progetto, vivibilità del quartiere e rispetto della Costituzione. Dando via libera alla richiesta della Cemes, ha steso un tappeto rosso ad un interesse privato: ancora una volta, usano la riqualificazione dell’Arena Garibaldi come schermo per fare tutt’altro, così come nel caso della cancellazione del luogo di culto per la comunità islamica.

Ricordiamo che nel 2003 l’ex-Gea, già allora da anni abbandonata, fu liberata e restituita alla città dal Progetto Rebeldìa che presentò numerosi progetti di recupero a fini sociali e aggregativi, anche in collaborazione con il Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace. In tutti questi 17 anni si è sempre detto no a percorsi partecipati di rigenerazione urbana, su questa come su altre aree abbandonate della città. Oggi, con un vero e proprio colpo di mano, si prova a dare il via libera all’ennesimo spazio commerciale.

La nuova scheda relativa all’ex-Gea comporterebbe un incremento finale delle superfici commerciali, comprese quelle previste nella nuova Arena Garibaldi, tanto più pesante quanto più ingiustificato. A questo noi ci opporremo, dentro e fuori il Consiglio Comunale, in nome di un’idea di urbanistica democratica e di un approccio alla variante stadio basato sulla reale riqualificazione dell’area e sulla soddisfazione dell’interesse pubblico.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione comunista- Pisa Possibile

Condividi questo articolo

Lascia un commento