Ventimila toscani nel vortice del mal di gioco

venerdì
29 giugno 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
11

ALLARME LUDOPATIA

Slot e videopoker, anche online, rovinano molte famiglie, La Regione stanzia 3 milioni. Centri di ascolto alle Misericordie

Luca Signorini /PISA

Impiegato, di mezza età, in giacca e cravatta. Poi al bar, terminato l’orario d’ufficio. La voglia di cambiare vita. Nella saletta sul retro, da solo, tanti schermi che luccicano. Slot machine, videolottery. In quelle fessure ci sono finiti 50.000 euro di spiccioli, in 3-4 anni. L’uomo vive da solo, non è sposato, non ha figli. Perde soldi, tanti soldi. Lui non se ne accorge: è malato di gioco d’azzardo. Quando muore suo padre, scatta l’allarme. Di mezzo ci sono conti correnti e immobili. Il fratello capisce, la situazione è grave. E si rivolge allo sportello di primo ascolto della Misericordia di Campi Bisenzio, gestito insieme all’associazione culturale Preludio, come quello inaugurato a Pisa. Ce sono anche ad Agliana e a Lido di Camaiore. Un progetto pilota che potrà essere esteso in ognuna delle 300 Misericordie in Toscana.

LA LUDOPATIA IN TOSCANA

Secondo stime dell’Ars, l’Agenzia regionale di sanità, i malati di gioco d’azzardo sono circa 20.000, ma solo 1.400 di questi rappresentano i ludopatici certificati, in cura ai Serd, i servizi per le dipendenze (ex Sert) che si prendono in carico i tossicodipendenti ma anche chi soffre del cosiddetto Gap, gioco d’azzardo patologico. Una malattia aumentata di cinque volte negli ultimi sei anni e che ha un impatto devastante sulla persona e sulla sua famiglia. Tra i 4 e i 5 miliardi di euro è la raccolta di denaro da gioco in Toscana (il volume di spesa prima di erogare le vincite), tra slot, videopoker, giochi online, scommesse sportive, lotterie varie, Bingo e gratta e vinci. In Italia siamo tra gli 80 e i 90 miliardi di euro: fonte l’Agenzia dei monopoli.

IN AUMENTO I GIOVANI

Spiega Chiara Sambaldi, avvocato, presidente dell’associazione Preludio: «Sui dati dei ludopatici non c’è chiarezza, perché è tanto il sommerso. Molti non si riconoscono come malati, e tanti altri invece che alle aziende sanitarie si rivolgono a professionisti privati. Il giocatore malato può essere qualsiasi persona, di qualsiasi età e stato sociale: si tratta di una dipendenza senza sostanza, ed è dunque molto più grave. Ci sono tante donne, i pensionati con i gratta e vinci, in aumento i giovani che passano giornate intere con i giochi online».

LE INIZIATIVE DELLA REGIONE

Oltre 3 milioni di euro, ripartiti tra le varie Asl della regione, come finanziamento statale per attivare azioni di prevenzione, cura e riabilitazione per le persone con disturbo da gioco d’azzardo. È una malattia riconosciuta dai Livelli essenziali di assistenza (Lea): l’obiettivo è potenziare i servizi pubblici per contrastare la ludopatia. In Toscana da un paio di anni c’è anche l’Osservatorio sul fenomeno della dipendenza da gioco, presieduto da Serena Spinelli, capogruppo in consiglio regionale di Articolo 1-Mdp, che promuove campagne di informazione e sensibilizzazione. E dal2013 c’è la legge regionale sul contrasto al gioco d’azzardo patologico, aggiornata a inizio 2018: è vietata l’apertura di centri scommesse a una distanza inferiore a 500 metri da scuole, luoghi di culto, centri socio-ricreativi e sportivi, strutture sanitarie e assistenziali, istituti di credito e sportelli bancomat, negozi di oggetti preziosi.

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