Verso la progressiva dismissione del Sistema Bibliotecario di Ateneo?

Apprendiamo dalla stampa che nella giornata di ieri il Consiglio d’Amministrazione dell’Università di Pisa ha deliberato a maggioranza la cifra destinata all’appalto di gara dei servizi esternalizzati delle biblioteche che, restando sostanzialmente invariata rispetto all’appalto precedente, si tradurrà in un taglio delle ore lavorate del 35% a causa dell’aumento del costo del lavoro che (è bene precisarlo) non incide sulla tariffa oraria che arriva effettivamente nella busta paga dei lavoratori. Ini concreto, questo significa che le 26 persone che lavorano (alcune anche da quasi vent’anni) in appalto per l’Università di Pisa si ritroveranno probabilmente a prestare servizio per non più di 14 ore settimanali con stipendi indegni, con conseguenze pesanti sui servizi, a partire dagli orari di apertura delle biblioteche.

Come ricordato in una lettera di sostegno da parte di dottorand3 e ricercator3 uscita qualche mese fa, quest3 lavorator3, pur senza essere dipendenti diretti dell’Università, hanno sempre dimostrato professionalità e svolto attività indispensabili per la comunità accademica, garantendo ad esempio, un enorme quantitativo di libri e articoli movimentato quotidianamente dall’archivio di Montacchiello.

Il taglio si aggiunge al mancato turnover del personale strutturato del Sistema bibliotecario, che verrà solo in minima parte compensato dai concorsi per 10 posti ex cat. C e 1 posto ex cat. D, concorsi attesi da anni per svolgere mansioni professionali di elevata specializzazione non riconducibili agli incarichi svolti dal personale della cooperativa esterna. Si tratta di una scelta politica chiara che dimostra il mancato interesse da parte dell’Ateneo per il patrimonio librario e archivistico e la qualità dei servizi che ruotano attorno ad esso, oltre alla totale indifferenza dimostrata nei confronti dell’utenza, che nel corso degli ultimi anni ha già subito le conseguenze del progressivo taglio dei fondi destinati all’acquisto di libri e abbonamenti a riviste e banche dati, oltre a incassare riduzioni degli orari di apertura delle sedi.

In questo contesto l’Ateneo dimostra la propria ipocrisia di fronte all’utenza e a coloro che lavorano nelle biblioteche. Il Rettore Riccardo Zucchi, infatti, nel gennaio scorso ha tentato di “ripulirsi” con la presentazione pubblica del Piano strategico di Ateneo 2023-2028, in cui emerge tra gli obiettivi di mandato il potenziamento degli investimenti nelle biblioteche. Inoltre, ulteriore presa in giro, denunciamo che l’Ateneo ha utilizzato in modo strumentale la richiesta da parte dell3 rappresentanti dell3 student3 di vincolare l’aumento delle tasse all’incremento delle aperture serali delle biblioteche, senza comunque rimettere in discussione il taglio già deciso.

Concordiamo con la denuncia dell3 lavorator3 di uno smantellamento complessivo del sistema bibliotecario, con ricadute pesanti sulle vite precarie di queste persone, sul lavoro dell3 dipendenti del Sistema bibliotecario d’Ateneo, e dell’utenza generale.

Ribadiamo la nostra solidarietà allo sciopero del personale esternalizzato in lotta e come sempre ci mettiamo a disposizione per portare la loro voce nelle sedi istituzionali della città.

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