Video dell’intervento di Ciccio Auletta in consiglio comunale in ricordo di Hebe de Bonafini, “Madre de Plaza de Mayo”

Ricordo di Hebe de Bonafini, madre delle “Madres de Plaza de Mayo”, madre di tutte le lotte

Fra la città di Pisa e le Madres y Abuelas de Plaza de Mayo c’è sempre stata una profonda relazione di riconoscimento e affetto. Sono innumerevoli le volte che la nostra città è stato spazio di incontro fra la storia di resistenza al fascismo del nostro popolo e la storia di resistenza alla dittatura fascista che si instaurò in Argentina il 24 di marzo del 1976.

Las Madres de Plaza de Mayo erano donne comuni attraversate dal dolore e dalla violenza, che uscirono per le strade a cercare i loro figli e le loro figlie : all’inizio erano disorganizzate quasi senza capire quello che stava succedendo nel loro paese, ma spinte dalla forza pulsionale del loro amore , iniziarono piano piano un viaggio di lotta e resistenza che ha attraversato gli oceani e si è trasformato in un faro per tutte le lotte dove i diritti umani vengono calpestati in qualsiasi luogo del mondo.

Dopo che nel dicembre del 1977 vi fu il sequestro, la scomparsa e l’assassino di Azucena Villaflor , la prima madre che aveva iniziato ad organizzare le altre madri come un collettivo e ad avviare la ricerca dei figli scomparsi che ancora speravano fossero vivi . Hebe de Bonafini si mise alla testa di queste donne come presidente della Asociaciòn de las Madres de Plaza de Mayo nata nel 1979.

Loro che erano casalinghe normali , scese in lotta per i propri figli , utilizzando come segno di riconoscimento il primo pannolino di tela utilizzato per i loro neonati, e poi trasformarti nei fazzoletti bianchi che tutti oggi conosciamo , realizzano il passaggio politico più importante, la socializzazione della maternità: non cercarono più ognuna il proprio figlio o la propria figlia ma i figli di tutte, iniziando una lotta collettiva per MEMORIA , VERITà E GIUSTIZIA.

Da qui la presenza costante tutti i giovedì nella Piazza di Mayo per fare crescere intorno a loro una coscienza nazionale che con il tempo , attraverso una lotta non violenta , obbligò prima i militari e poi la politica a non dimenticare , un mai più – nunca màs -, che permise alla Argentina di realizzare i processi, creando nuove possibilità alla giurisprudenza internazionale in materia di diritti umani.

Hebe la madre de tutte le lotte, è deceduta il 20 di novembre . Lei che “ha cambiato casa” come le piaceva dire quando altre compagne di lotta morivano, ha lasciato al suo popolo e a tutti i popoli un insegnamento sul legame tra amore e lotta .

Oggi voglio ricordare i suoi insegnamenti e il legale i che le Madres y Abuelas de Plaza de Mayo hanno stabilito questi anni con la loro presenza con la nostra città, con l’università, le scuole, il Comune e la Regione Toscana,

sia importanti accompagnare alle Madres de Plaza de Mayo e al popolo argentino con un messaggio che permetta di rinforzare questo legame affettivo e per la memoria , la vertà e la giustizia .

Diceva Hebe : 

«I MIEI FIGLI sono in Africa, in America Latina, ovunque stiano lottando. Loro sono tutti miei figli. Non importa i loro nomi, tutti lottavano e volevano la stessa cosa. Io li ricordo sempre allegri, ricordo i loro canti, i sogni, le loro speranze, quelle risate, quel “ciao mamma” la mattina, quel “come stai”? Eravamo una famiglia molto allegra. Mio figlio Jorge lo presero a casa, all’una del pomeriggio. La scomparsa è una cosa orribile: non si trova da nessuna parte. Io ho sperato per molto tempo, sapevo che qualcuno era nei campi di concentramento. In Argentina ce n’erano più di 300. Lasciavamo sempre la casa aperta, ma poco a poco abbiamo preso coscienza che non sarebbe più ritornato nessuno perché la repressione era brutale e gli assassini non erano soli, erano appoggiati da parte della Chiesa, dai grandi imprenditori.

L’abbiamo saputo poco a poco, non ce ne rendevamo conto, non capivamo, sbattevamo la testa al muro, non sapevamo cosa succedeva, ma poi lo abbiamo saputo con tanto dolore. Quando è sparito Raul, il mio secondo figlio, non avevo ancora perso la speranza, anche se due giorni dopo si presero pure le mogli e alcune madri, tre tra cui Azucena Villaflor, nel ’77, la fondatrice delle Madri di Plaza de Mayo. Lei, con alcune di noi, aveva firmato un esposto rivolto a Videla dove c’era un elenco di tutte le persone scomparse. Un giornale di destra lo pubblicò, ovviamente a pagamento e quando Azucena andò a comprare il giornale, la sequestrarono e non la vedemmo più. Volevano distruggere il Movimento. Abbiamo discusso molto se continuare a uscire nelle piazze o restare a casa, ma dato che continuavano a sequestrare i nostri figli, era difficile stare con le mani in mano. Il movimento è nato quando scomparve il primo figlio, ma il 30 aprile del ‘77 con quell’esposto, nacque l’attività politica del Movimento stesso».

 

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