Villa Madrè, Apes chiede la risoluzione del contratto. Ma la giunta spera ancora «Gli uffici ci aiutino»

villa-madrè-300x260giovedì 11 settembre 2014, Il Tirreno, pagina 1

Villa Madrè, Apes chiede la risoluzione del contratto

Rischio di azioni legali senza un accordo con la proprietà Condotte Immobiliare Già versati 35mila euro di affitto. E ora 6 famiglie devono lasciare la struttura

di Francesco Lo¡ e Danilo Renzullo 1 PISA

Dalle camere di un albergo mai diventato tale alla probabilissima aula di tribunale. Villa Madré, complesso immobiliare alle porte di San Rossore, doveva essere un’operazione innovativa con un doppio obiettivo: alleviare l’emergenza abitativa; e aumentare i posti letto per studenti universitari. Ma dopo lo stop al progetto si sta alzando un bel polverone. Il rischio, forse inevitabile, è quello di una guerra a suon di carte bollate tra Condotte Immobiliare (società proprietaria di Villa Madrè), Comune di Pisa (politici contro tecnici) e Apes, l’Azienda pisana edilizia sociale.
Contratto da revocare. Vista la piega presa dalla vicenda, Apes ha chiesto a Condotte la risoluzione consensuale del contratto – 140mila euro l’anno – stipulato a maggio. Un atto conseguenza del provvedimento emesso dal dirigente delle politiche abitative del Comune Pietro Pescatore con il quale si «chiede adApes di revocare il contratto per la gestione di Villa Madrè». Pescatore, a suavolta, si eramosso dopo la bocciatura del progetto da parte del suo superiore, il segretario generale del Comune, Angela Nobile, che in un atto dello scorso 4 agosto osservava che «non sussistono i presupposti e le condizioni legittimanti per la stipula del contratto».
Disputa legale. Difficilmente però la proprietà accetterà una risoluzione consensuale del contratto (quattro anni rinnovabili per altri quattro). E in questo caso l’unica strada percorribile, perApes, sarà quella giudiziaria. «Sono in corso approfondimenti tecnici, stiamo lavorando per cercare una soluzione. Villa Madre serviva a dare riposte all’emergenza abitativa, ma per questioni tecniche discutibili il progetto viene meno», sottolinea con tono critico Giorgio Federi ci, direttore dell’azienda.
Acconto da 35mila euro. Apes è un po’ tra l’uscio e il muro. L’operazione Villa Madrè era partita con il nulla-osta del dirigente comunale. Poi il no del segretario generale. Nei corridoi di Palazzo Gambacorti si fatica a contenere la tensione. Ora però il vero interrogativo è come uscire da questo impasse: non solo dal punto di vista tecnico-giudiziario, ma anche da quello economico. Apes ha già versato a Condotte Immobiliare la prima rata trimestrale prevista dall’accordo: 35mila euro. Se verrà accertata l’illegittimità del contratto, ci sarà una restituzione delle somme già versate? È comunque possibile un accordo bonario trale parti oppure non c’è alternativa all’apertura di lungo, iter giudiziario?
Arredamento “riciclato”. Dall’intricata vicenda sembra invece uscirne indenne l’Ardsu, l’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario, che aveva stipulato un accordo con Apes per la gestione di una parte degli appartamenti (16) da destinare a 28 borsisti. Dopo il parere di Angela Nobile (datato 4 agosto), l’Ardsu ha subito congelato l’operazione. Non ha versato quote di affitto (70mila euro l’anno) né arredato gli appartamenti: è “salvo”. L’Apes invece, oltre ad onorare il contratto, ha anche arredato gli appartamenti (gli arredi saranno riciclati in altri alloggi) per assegnare le case alle famiglie bisognose che, ora, appaiono le vere vittime.
Sotto sfratto. Sei famiglie in emergenza abitativa sono entrate a Villa Madrè nello scorso luglio, versando quote di affitto che varino da 100 a 200 euro al mese (più la quota condominiale): si stanno cercando, e sembra trovando, soluzioni alternative. Altre sei famiglie, sotto sfratto, erano in procinto di entrarci nell’ambito dell’Agenzia Casa. Un’emergenza nell’emergenza sul tavolo di Apes.
Ecco perche rl segretario generale del Comune ha stoppato il progetto
Secondo il parere dei segretario generale del Comune Angela Nobile, Apes non avrebbe potuto stipulare un contratto di locazione in quinto l”Immobile è a destinazione turistico-ricettiva e non residenziale. Inoltre, come si legge nell’atto, non avrebbe potuto stipularlo per una durata di 4 anni (automaticamente rinnovabile) in quanto gli interventi per l’emergenza abitativa noli devono superare i 60 giorni. Villa Madrè, inoltre, secondo l’atto di Angeli Nobile «non può dirsi esistente non avendo mai presentato li segnalazione certificati di inizio attività». il segretario generale sottolinea quindi nel suo parere che «non sussistono i presupposti e le condizioni legittimanti per Il stipula del contratto,, suggerendo «li risoluzione consensuale o ladichiarizione, in viagiudiziale.di nullità per illiceità (se non addirittura inesistenza) della causa».

Ma la giunta spera ancora «Gli uffici ci aiutino»

«Chiediamo agli uffici di aiutarci a procedere nell’interesse dei cittadini». L’assessore alla casa, YleniaZambito, dalle pagine del sito del Comune difende l’operazione Villa Madrè e auspica una soluzione tecnica. «L’amministrazione ha valutato insieme al consiglio comunale la necessità di ampliare il più possibile l’offerta di appartamenti per le famiglie sfrattate o appartenenti alla fascia grigia – si legge in una nota del Comune -. Ha inoltre sempre convenuto che fosse necessario cercare di cahnierare il mercato degli affittì. Con questo spirito è stata affrontata la discussione in consiglio per modificare il regolamento di Agenzia Casa. Modifiche che avevano tutte lo stesso obiettivo: ampliare le possibilità di accesso dei cittadini ad Agenzia Casa e le possibilità di reperimento di alloggi liberi sul mercato. Per questo la gestione di Villa Madré da parte di Apes è stata considerata un’ottima opportunità per dare risposte all’emergenza abitativa e agli studenti fuori sede vincitori di borsa di studio in forme innovative e quindi in qualche misura sperimentali».
Non lesina critiche invece il gruppo consiliare Una città in comune-Prc che, mesi fa, aveva sollevato il caso. «Finisce malissimo lo “scandalo” di Villa Madrè – si legge in una nota -. L, evidente che ci siano delle responsabilità e che siamo di fronte ad un esempio di pessima amministrazione in cui le risorse pubbliche sono state mal gestite. Bisogna ora tutelare le famiglie che si trovano a Villa Madrè, individuando subito un’altra soluzione e riutilizzare le risorse che erano state messe a disposizione per questa operazione, con percorsi chiari e partendo dal riutilizzo delle decine di proprietà pubbliche inu tilizzate». (d.r.)

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