VIOLENZA DI GENERE E SCUOLA PUBBLICA: L’ATTACCO DELLA DESTRA DI CONTI

Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso”.

Così recita il sito del Ministero dell’Interno.

Forse però a Pisa Fratelli d’Italia non l’ha capito se durante l’ultimo Consiglio comunale ha affermato che i corsi nelle scuole contro la violenza di genere e la destrutturazione degli stereotipi non sono altro che “un indottrinamento a cui ci opporremo sempre, l’educazione dei nostri figli spetta alle famiglie”.

E dopo il post su Facebook del consigliere comunale della Lega Laurora, che derideva “due maschi” che “si accarezzavano e si baciavano” sotto il Comune, dopo l’uscita del Comune di Pisa dalla Rete Ready (la Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni per l’orientamento sessuale e l’identità di genere), dopo il mancato patrocinio del Comune al Toscana Pride 2019 e all’approvazione in consiglio comunale di una mozione contro la legge Zan, ecco un altro tassello che si aggiunge alla volontà discriminatoria dell’amministrazione comunale, attaccando i percorsi di educazione alle differenze nelle scuole e il ruolo di una scuola pubblica, laica e plurale.

È questo il tetro spettacolo messo in scena dalla destra di Conti, che anche ieri ha ufficialmente sdoganato la libertà di discriminare e di odiare, imponendo la propria ideologia sul corpo e sulle vite degli altri.

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