Voto da incubo per il Pd Rischio disfatta nelle città

domenica
10 giugno 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
4

Alle amministrative di oggi i Dem potrebbero persino non eleggere alcun sindaco La sinistra sparita anche dai fortini “rossi” mentre pesa l’alleanza Lega-5 Stelle

di Ugo Magri

ROMA

Per la sinistra e i suoi elettori sarà una triste nottata. A più emotivi addirittura si sconsiglia di vegliare oltre le ore 23, quando arriveranno i primi dati delle amministrative: assisterebbero, più che a uno spoglio, a un massacro. Su 20 Comuni capoluogo, è già tanto se il Pd arriverà a 4-5 ballottaggi, e potrebbe perfino capitare che alla fine non elegga nemmeno un sindaco (alle scorse elezioni erano stati ben 15).

Sinistra desaparecida. Le migliori speranze di sfuggire all’annientamento, i Dem se le giocheranno nelle solite zone un tempo considerate «rosse»: dunque a Siena, a Pisa, a Massa, forse ad Ancona. Li fa sperare l’inerzia di 70 anni, che ha creato un sistema di potere, unita a una tradizione di amministratori in gamba. Ma pesa come un macigno l’estinzione del partito sul territorio (ne parla affranto l’ex ministro Andrea Orlando). E a peggiorare l’isolamento della sinistra si aggiunge adesso pure il flirt giallo-verde, un patto di governo nazionale che in teoria non dovrebbe valere nelle elezioni locali. Difatti Cinque stelle e Lega si presentano ovunque come rivali, Salvini di regola alleato con Berlusconi. Tuttavia, nei rari casi in cui il Pd raggiungerà il ballottaggio, già si può immaginare come si regoleranno tra due settimane gli elettori «populisti»: quelli di destra sosterranno i candidati-sindaco grillini, e viceversa. In un paio di città (Vicenza e Siena), il M5S non ha nemmeno presentato una lista, alimentando il sospetto di una desistenza che mira a favorire l’alleato di governo in tutto il Centro Nord. II vento dei Sud. Del resto, il 4 marzo scorso l’Italia ha cambiato verso e, se si dà retta ai sondaggi, specie nel Sud non ci sarà partita. I grillini, che cinque anni fa avevano conquistato un solo Comune capoluogo (Ragusa), stavolta sono in condizione di portarne a casa una decina. Sarebbe una vera sorpresa, ad esempio, se il Movimento si facesse sfuggire Siracusa dove tre mesi fa aveva raggiunto nientemeno che il 55 per cento, oppure Trapani (53 per cento) o Brindisi (52). Sulla carta, i suoi candidati potrebbero farcela già stasera. Dovrebbero aspettare i ballottaggi del 24 giugno a Barletta (49 per cento nelle ultime elezioni politiche), a Catania (47,5 per cento), a Ragusa (47) a Messina (45), ad Avellino (40). Grillini in pole position pure ad Ancona e a Teramo. Cosicché circa metà dei 20 Comuni capoluogo, e dei 109 sopra i 15mila abitanti che vanno alle urne, sembrano destinati a tingersi di giallo.

Voto di scambio. È vero che non sempre i risultati delle Politiche si trasferiscono in fotocopia. Per esempio un mese fa, alle elezioni regionali molisane, i pronostici erano stati ribaltati. Ma adesso Di Maio ha una carta in più da giocare: quella del potere, che gli permette di promettere una mano ai Comuni pentastellati. «Avranno dalla loro parte il governo e potranno parlare con i ministri per risolvere problemi complessi come le crisi aziendali»: attenzione e favori in cambio dei voti. Poi Di Maio si è reso conto che così non funziona, e ha promesso ecumenico: il governo aiuterà tutti, avversari compresi.

Condividi questo articolo

Lascia un commento