Zaklr e il sogno di riunire la famiglia «Ora aiuteremo suo figlio a studiare»

mercoledì 16 aprile 2014, NAZIONE PISA Pagina: 5

Zakir e il sogno di riunire la famiglia «Ora aiuteremo suo figlio a studiare»

UN VIAGGIO della speranza quello che ha deciso di affrontare quattro anni fa Zakir. Dal Bangladesh all’Italia in cerca di un lavoro che gli permettesse di mantenere la famiglia: la moglie e tre figli. Il più piccolo ha 6 anni, il più grande, sulle cui spalle ricadrà adesso un peso troppo grande per la sua età, ne ha 15. I primi tempi a Pisa si arrangiava, come tanti suoi connazionali, vendendo fiori e con qualche lavoretto stagionale. Poi l’incontro con Parvez Latif, pakistano, e Sandeep Kumar, indiano, i due soci titolari del ristorante indiano in piazza Gambacorti. E qui ha trovato la sua stabilità. «Un bravissimo ragazzo, sempre sorridente – raccontano al ritorno dall’ospedale -. Il suo unico pensiero era lavorare per poter spedire soldi alla famiglia. Quando pioveva, anche se qui aveva il suo lavoro come aiuto cuoco regolare, prendeva un po’ di ombrelli e andava a venderli in giro». Viveva con alcuni suoi compaesani in centro storico e pensava al modo per far arrivare qui anche il figlio più grande, per farlo studiare e poi trovargli un lavoro. Quel figlio, e quella famiglia, che negli ultimi anni non ha mai visto perché tornare a casa costava troppo. Ma a spezzare il sogno di riunire la famiglia è arrivato il dramma, apparentemente casua le e quindi ancor più incomprensibile, di una domenica notte. «Non era ancora l’una – ricorda Parvez Latif -. Zakir e gli altri ragazzi che lavorano qui sono usciti dopo aver finito di sistemare la cucina. Lui stava aspettando alcuni amici all’incrocio con Corso Italia per andare a casa». Il titolare era ancora nel locale quando è stato richiamato dalle urla dei suoi dipendenti. «Sono arrivato e l’ho visto a terra. Il gruppo di ragazzi che l’ha aggredito stava scappando. Noi ci siamo preoccupati di soccorrerlo». E’ stato Latif a chiamare il 118 e poi a seguirlo in ospedale. Ieri mattina quando è andato a trovarlo in ospedale Zakir non era ancora stato dichiarato morto. Ma scuote la testa: «Fin dall’inizio ci hanno detto che non aveva speranze». Ora i pensieri sono tutti per la sua famiglia. «Io non sono del suo Paese. Ma parlerò con la comunità locale bengalese per farci mettere in contatto con la famiglia». L’obiettivo dei due soci del ristorante indiano è riuscire a far arrivare in Italia il figlio grande di Zakir, così come lui avrebbe voluto. «Per farlo crescere, studiare e poi dargli un lavoro per poter aiutare la mamma e i fratelli».

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