25 aprile: rinnovare una lotta consapevole

Buon 25 aprile!

Oggi festeggiamo il 79esimo anniversario da quella giornata simbolo, in cui su ordine del Clnai si avviò l’insurrezione finale della guerra partigiana a Milano e nelle altre città del Nord. Fu la liberazione: dal fascismo, che aveva costretto l’Italia a vent’anni di dittatura fino al luglio 1943, per reinventarsi poi nella Repubblica di Salò, dall’esercito nazista, occupante a seguito dell’annuncio dell’armistizio con gli angloamericani, e dalla guerra, o meglio, dalle guerre fasciste, le cui ripercussioni furono pesantissime in termini di perdita di vite umane, economici, di distruzione, di violenza, una guerra che progressivamente si avvicinò fino alle porte di casa, che coinvolse chiunque.
Oggi è il giorno in cui festeggiamo e ricordiamo consapevolmente coloro che nel contesto della guerra civile 1943 – 1945 seppero opporsi con e senza le armi al nazifascismo, assumersi la responsabilità di fare una scelta morale, politica e individuale, presa talvolta con senso del dovere, o come forma di riscatto oppure come “l’unica possibilità”. La Resistenza è stato il sommarsi, e il continuo riconfermarsi nel corso di quei lunghi venti mesi, di queste diverse scelte dei singoli all’interno di un’unica cornice esperienziale collettiva.
Il 25 aprile rappresenta una data fondamentale del nostro calendario civile perché è il giorno in cui celebriamo la fine della guerra, il momento in cui il nazifascismo venne sconfitto, ma anche quello in cui si prospettava un periodo di pace, la costruzione di un’Italia democratica, giusta, libera, da cui nascerà la Costituzione.

Le polemiche di questi giorni hanno mostrato a nostro parere come la giornata del 25 aprile e in generale i temi di antifascismo e Resistenza sembrano non essere condivisi da tutti, in particolare da alcuni membri del governo attuale, e questo è molto grave, visto che hanno giurato sulla Costituzione antifascista. Crediamo che questo non nasca con il governo Meloni, ma che sia solo il risultato più evidente di una tendenza di sdoganamento di lungo periodo, ad opera anche del centrosinistra, che ha i suoi effetti non solo nelle dichiarazioni degli esponenti istituzionali. In particolare ci preoccupa il pesante attacco all’informazione libera, tema considerato fondamentale da padri e madri costituenti che lavorarono congiuntamente all’articolo 21, memori proprio di quei tempi in cui il fascismo negava la libertà espressione.
Le parole del ministro Lollobrigida assumono ancora maggiore inquietudine. Non si perde occasione per svuotare di significato parole che contengono in sé un forte portato storico e politico su cui si è fondata l’Italia post 1945. Sostenere che l’antifascismo sia un termine “troppo generico” è possibile solo per chi non si riconosce in quei valori di libertà, giustizia, uguaglianza, pace che il fenomeno rappresenta. Un termine che non è troppo generico, ma che anzi è con evidenza il simbolo unitario sotto cui varie parti politiche, seppur ciascuna con le proprie idee, si sono riunite e accordate per formare un fronte unico. Sostenere che l’antifascismo “ha portato in tanti anni a morti” è una indegna mistificazione che può essere affermata solo da chi non conosce la storia o chi, evidentemente in malafede, ha i suoi riferimenti (anti)culturali nel fascismo e vuole provare a equiparare fascismo e antifascismo, per far scomparire la contrapposizione e annacquare tutti i significati. Sostenere, infine, che è “difficilmente rappresentativo di tutti” è una chiara prova del tentativo di ridurre e marginalizzare tutti i valori contenuti in esso, di renderlo un’opinione politica al pari di altre, e quindi di poterlo mettere in discussione.

Quest’anno per il nostro territorio ricorrono gli anniversari tondi della lotta partigiana, con gli ottant’anni della liberazione della nostra città, e della cosiddetta guerra ai civili nell’estate di sangue del 1944. Non possiamo che guardare a questo 25 aprile come una riconferma delle scelte fatte da altri e altre in passato, con speranze e prospettive nuove: mentre si ricorda la liberazione delle città e l’insurrezione partigiana, il momento in cui la pace diventava un orizzonte concreto, oggi in un nuovo contesto di guerra in cui questa sembra essere rimasta l’unica forma legittima di risoluzione dei conflitti in tutto il mondo, ci sembra fondamentale che questo giorno sia vissuto sia con la consapevolezza del suo portato storico, sia come una lotta rivolta al presente e al futuro nella ferma richiesta di pace e libertà per i popoli oppressi, a partire da quello palestinese oggetto di un vero e proprio genocidio da parte del Governo israeliano.

Augurando a tutte e tutti un buon 25 aprile, vi lasciamo senza pretesa di esaustività alcuni consigli di lettura, visione e documentazione:

– Luca Baldissara, 25 aprile, Il Mulino, 2024
– Chiara Colombini, Storia passionale della guerra partigiana, Laterza, 2023
– Stefano Gallo (a cura di), La resistenza nel volterrano 1943-1944, Bfs edizioni, 2024
– Rivedi il dibattito Bella, ciak! La memoria filmata di Resistenza e antifascismo: produzioni recenti e prospettive future: https://www.youtube.com/watch?v=fCyK1DLvdvo
– Il progetto memory sharing sulla nostra città dell’associazione Acquario della Memoria: https://www.memorysharing.it/pisa/
– docufilm Bandite, regie di Alessia Proietti e Giuditta Pellegrini (2009), durata: 51′: https://www.openddb.it/film/bandite/
– Memoriale della Resistenza Italiana: https://www.noipartigiani.it/
– Portale partigiani d’Italia schedario dei riconoscimenti partigiani: https://partigianiditalia.cultura.gov.it/cerca/

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