Accoglienza profughi: manca il coordinamento, è necessario uscire dall'”emergenza”

Nonostante l’accoglienza dei profughi nella nostra città sia iniziata nel mese di marzo con l’apertura della struttura d’accoglienza “Piaggerta” e successivamente con l’esproprio da parte del Prefetto Tagliente di una struttura di proprietà dell’Università di Pisa in zona Tombolo gestita dalla cooperativa Arnèra, essa continua ad essere gestita con un’ottica emergenziale, senza un coordinamento comune dei soggetti coinvolti, e senza la necessaria prospettiva da dare a un intervento sociale.

Comune e Provincia di Pisa infatti non riescono ancora a definire obiettivi comuni, modalità d’intervento e possibili percorsi d’accoglienza. I profughi intanto restano dimenticati a “Piaggerta” e invisibili nella struttura fatiscente sulla “Pisorno”, in attesa di un intervento sociale ad oggi inesistente.
Entrambe le strutture sono lontane da centri abitati, lontane da qualsiasi possibile forma d’integrazione con la città e le sue reti sociali, senza una progettualità che consenta di uscire dalla gestione emergenziale.

Questa modalità rischia di collassare, facendo ricadere l’incapacità di darsi prospettive sui profughi stessi.
D’altro canto la Prefettura di Pisa, a differenza dei comuni titolari della programmazione, interviene anche sui fenomeni sociali di pertinenza dei comuni o dei loro consorzi associati, rivestendo un ruolo di indirizzo e coordinamento non suo; tanto è vero che le riunioni tra gli attori coinvolti nell’intervento si svolgono in Prefettura e non nella sede del comune o della società della salute.

Occorre rimettere al centro le persone, integrando gli interventi già esistenti per costruire un’accoglienza che superi l’emergenza, senza cadere nei soliti conflitti tra le istituzioni.

Per queste ragioni abbiamo anche portato l’argomento in Consiglio Comunale affinché si avvii un reale confronto dentro e fuori le istituzioni, coinvolgendo attivamente tutte le associazioni che in città lavorano con i migranti al fine di avviare delle reali politiche di accoglienza e di integrazione, utilizzando meglio le risorse a disposizione.

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