Si svolgerà domani presso il Tribunale di Pisa l’udienza per il ricorso da parte dei legali di Stefano Bottai contro l’archiviazione, richiesta dalla Procura, della denuncia per diffamazione da lui fatta nei confronti del nostro capogruppo Ciccio Auletta, in merito alla vicenda delle fideiussioni tossiche.
Ci troviamo ancora una volta di fronte ad un tentativo di ribaltamento della realtà. I fatti parlano da soli e ad oggi l’unico che non ha mai dato spiegazioni della propria condotta è proprio Bottai: si tratta di uno scandalo da milioni di euro.
Tutto ha origine da una serie di atti ispettivi da noi depositati sul fallimento della Sviluppo Navicelli nel maggio del 2015, un fallimento “anomalo” visto che solo anni prima la società aveva incassato ben 22 milioni di euro per la “valorizzazione dei terreni Ikea”; una procedura fallimentare in cui il Comune di Pisa è stato ammesso dal giudice con un credito di 3 milioni di euro, cifra che l’amministrazione avrebbe dovuto incassare come oneri di urbanizzazione; tra le opere non realizzate anche il rimontaggio del centro di raccolta dei rifiuti a Porta a Mare.
Da qui iniziano le nostre verifiche e così il 28 ottobre del 2015 il nostro gruppo consiliare, nel corso di una conferenza stampa, rende pubblico che due fideiussioni depositate nel febbraio del 2009 proprio da Stefano Bottai nella allora qualità di amministratore della Sviluppo Navicelli, a garanzia del rilascio dei permessi a costruire da parte del Comune, erano vera e propria carta straccia. Si trattava, infatti, di due garanzie della Union Credit Finanziaria spa: una da 2 milioni e 484 mila euro, e l’altra da 2 milioni 149 mila euro (che poi nel settembre del 2012, a seguito della variante Ikea approvata dal Consiglio comunale, è stata rinnovata a 2 milioni e 266 mila euro per coprire anche i costi relativi allo spostamento del centro di raccolta dei rifiuti).
Peccato che nel dicembre del 2008 la Union Credit era stata cancellata dall’elenco delle società abilitate dalla Banca d’Italia al rilascio di garanzie; in altre parole vengono consegnate da Bottai in Comune fideiussioni di un soggetto non abilitato. Ma non solo. Il Comune di Pisa nel 2012 accetta la richiesta di rinnovo ed estensione, sempre a firma di Bottai, di una delle due fideiussioni di una società in liquidazione dal 27 luglio 2009, e che poi cessa la propria attività nel maggio del 2013.
Fino a quel momento il Comune di Pisa non aveva mai fatto nessuna verifica sulla regolarità di questa documentazione nè Bottai, come rappresentate della Sviluppo Navicelli, aveva presentato alcuna documentazione sostitutiva conforme alla legge, come invece era suo obbligo.
Ma non finisce qui. Da ulteriori nostre verifiche emerge che a firma di Bottai sono anche altre due fideiussioni tossiche depositate nel 2013, questa volta in qualità di rappresentante della Boccadarno Porto di Pisa spa. Si tratta di garanzie per un importo complessivo di 820 mila euro appartenenti alla Consorzio Garanzia Fidi – Confidi Centrale. Anche in questo caso siamo davanti a carta straccia visto che questa società non è mai stata autorizzata al rilascio di garanzie per il settore pubblico.
Basta quindi fare due conti. Il signor Bottai ha depositato per alcune delle operazioni urbanistiche più rilevanti della recente storia della nostra città fideiussioni farlocche per oltre 5 milioni di euro e di questo dovrebbe dare spiegazioni alle cittadine e ai cittadini oltre che nelle sedi opportune. Al riguardo, ai primi di novembre del 2015, abbiamo segnalato alla Procura con due esposti lo scandalo delle fideiussioni tossiche facendo anche una segnalazione alla Corte dei Conti.
Siamo, quindi, fieri e orgogliosi del nostro lavoro e non smetteremo di ribadire queste verità solo perché questo imprenditore ci denuncia per diffamazione. Senza il lavoro di controllo e di verifica da parte di una opposizione di sinistra libera e tenace come la nostra tutto ciò non sarebbe mai venuto alla luce: l’assenza sistematica di qualsiasi forma di controllo da parte del Comune in tutti questi anni ha consentito la nascita e il consolidamento di un vero e proprio “sistema di fideiussioni tossiche” per cui alcuni imprenditori hanno presentato per anni polizze fideiussorie eufemisticamente definibili “carta straccia”.
La questione per noi è tutta politica e riguarda il rapporto tra chi governa Pisa e i grandi costruttori ed imprenditori della città. Davanti a questi sono stati stesi tappeti rossi in cambio di un po’ di oneri di urbanizzazione che in molti casi non solo non sono stati realizzati ma, come dimostra questo scandalo, sono anche privi delle reali garanzie per il loro completamento.
Noi anche questa volta mettiamo al centro la difesa dell’interesse pubblico e delle tasche delle cittadine e dei cittadini e facciamo appello a tutta la città perché sostenga questa battaglia per la trasparenza e la legalità a difesa della cosa pubblica. Denunciateci tutti.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile