Asili, casa, accesso al welfare: ripetuti profili discriminatori nel Documento Unico di Programmazione

Il Documento unico di programmazione (DUP), adottato dalla giunta Conti e collegato al bilancio comunale in discussione la prossima settimana, contiene evidenti e pesanti misure discriminatorie in contrasto con la nostra Costituzione, con il diritto dell’Unione Europea e con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Spicca tra tutte l’obietto della “revisione delle modalità di accesso ai nidi d’infanzia”, con l’introduzione di un “criterio premiante per l’assegnazione del posto a chi è residente da più anni nel Comune di Pisa”.

La giunta Conti in tutti questi anni si è contraddistinta per politiche discriminatorie, fuori da ogni legalità, come in questo caso. Infatti la Corte Costituzionale ha affermato più volte che le prestazioni sociali destinate al sostentamento della persona, o comunque volte a garantire dei bisogni fondamentali, non possono subire limitazioni di alcun genere, né in base alla nazionalità, né in base al titolo di soggiorno, né – e questo è il caso del DUP – pretendendo requisiti sproporzionati di lungo residenza nel territorio. In sintesi: in materia sociale deve sempre prevalere la soddisfazione del bisogno, la cui urgenza è misurata da indicatori di reddito e da altri indici della condizione sociale e personale, e non la durata della residenza nel Comune.

Nei fatti siamo davanti ad una norma inaccettabile in cui la storicità della residenza, ovvero una condizione assolutamente irrilevante per il godimento di un diritto come quello riguardante gli interventi per l’infanzia, diventa un fattore di esclusione. Ancora una volta così la propaganda razzista della Lega finisce col colpire indiscriminatamente italiani e stranieri a basso-medio reddito, magari con lavori precari, che si sono trasferiti da poco in città. Una misura che rischia di allontanare le giovani coppie con figli da Pisa, spingendole verso comuni limitrofi che non hanno questo requisito discriminatorio.

Tale provvedimento, inoltre, si va a sommare ad altri già esistenti (in materia di emergenza abitativa, bonus idrico, bonus Tari e bonus maternità) che già discriminano sulla base della durata di residenza.

Per contrastare la crescita drammatica delle diseguaglianze, ancor più di una fase di emergenza come è quella che viviamo, abbiamo bisogno, invece, di forti investimenti pubblici nelle politiche sociali, educative e abitative, e forti misure redistributive, ispirate ad una fiscalità realmente progressiva: non provvedimenti propagandistici come questi, che puniscono chi ha bisogno ma vive da meno tempo nel territorio.

Chiediamo che questa delibera della Giunta, in contrasto con le norme costituzionali, sia ritirata e venga modificata eliminando tutti i profili discriminatori, in contrasto con i principi della nostra Costituzione. Da parte nostra, abbiamo già depositato più di dieci emendamenti per eliminare dal DUP ogni profilo discriminatorio. Infatti, oltre a quanto previsto per gli asili nido, è ugualmente illegittima anche la richiesta di un certificato di impossidenza a carico dei soli stranieri per l’accesso alle case popolari. Si chiede, infatti, ai soli cittadini stranieri la certificazione di essere non possidenti all’estero, anche se questa verifica non è più imposta dalla Legge Regionale, che suggerisce di fare riferimento alla dichiarazione ISEE.

L’amministrazione usa, infatti, la propria discrezionalità in materia per escludere ingiustamente tanti stranieri dalle assegnazioni: l’onere di reperire certificati ai consolati o all’ambasciata o, se questo non è possibile, di far rientro nel paese d’origine per reperire la documentazione, con la pandemia ancora in corso e molti voli sospesi, è una previsione evidentemente vessatoria.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

Condividi questo articolo

Lascia un commento