Martedì scorso alla Camera dei deputati è tornata la discussione sulla base militare di Pisa. Il governo, tramite il sottosegretario alla difesa, Matteo Perego di Cremnago, ha risposto ad un’interrogazione dell’onorevole Quartini (M5S). Crediamo ci siano due questioni politiche rilevanti che registriamo. La prima: si conferma che il partito di Giuseppe Conte è d’accordo sulla costruzione della base, “nell’area Expo di Ospedaletto (…) o ancora meglio all’interno della caserma Gamerra”. Una posizione che dice “sí alla base ma fuori dal parco” che affronta solo la questione dell’impatto ambientale, tralasciando la militarizzazione del territorio e la questione economica, democratica, sociale.
Il secondo punto è più di sostanza e riguarda la strategia del governo, strategia che coerentemente portano avanti dal primo DPCM firmato Draghi-Guerini: la cortina di fumo. Del progetto sulla base nel cuore del Parco di San Rossore non si vuole fare trapelare nulla: quanto costerà, quali strutture manterrà rispetto al primo progetto che la nostra coalizione ha diffuso ormai due anni fa, come verrà finanziata, quanti militari ospiterà, che destinazione avrà l’attuale sede del Tuscania di Livorno eccetera eccetera. Ieri il Governo si è limitato a dire che verranno piantumati degli alberi e che sono previsti 200 posti di lavoro “civili”, e che non verranno usati fondi del PNRR.
Prosegue la strategia che abbiamo già visto con il rifiuto da parte di Massimo Sessa, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e Commissario straordinario per la realizzazione della nuova base militare, a rispondere all’esplicita richiesta di informazioni da noi inviata lo scorso 16 novembre al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: 1) a quanto ammontano i finanziamenti già disponibili del Ministero delle Infrastrutture; 2) a quale capitolo di spesa afferiscono questi finanziamenti; 3) per quali parti della realizzazione della nuova base si intende finanziare la progettazione.
La strategia, non solo di non rispondere nel merito, ma anche di arroccarsi dietro un “ non siamo tenuti in alcun modo a dare alcuna informazione ad un consigliere comunale”. Crediamo invece che tutta la cittadinanza sia nel pieno diritto di avere tutte le informazioni relative ad un progetto che avrà un impatto così devastante sul territorio e quindi Salvini e Sessa sono assolutamente obbligati a rispondere.
Così nel segreto e nella assoluta mancanza di trasparenza i vertici militari dei Carabinieri e il Ministro ed ex lobbista di armamenti Guido Crosetto lavorano per costruire nella Provincia di Pisa l’ hub logistico militare più importante d’Italia per le “nostre” missioni militari all’estero, molte delle quali in territori di guerra. Da marzo 2022 un’enorme mobilitazione popolare guidata dal movimento no base ha messo a tema quella che all’epoca era la “base di Coltano”, anticipando un sentimento oggi largamente diffuso di richiesta di disarmo e di pace. Oggi respingere questo progetto a Pisa significa collocarsi nella più generale mobilitazione per la Pace, per il cessate il fuoco, per le operazioni diplomatiche all’interno di una multipolarità già in essere.
Rilanciamo la lotta contro la base militare: non un centesimo per la militarizzazione dei nostri territori, che a pagare siano i lobbisti di armi e i signori della guerra