Camp Darby: nuovo ponte girevole per trasporto di armi sul canale dei Navicelli

“Il progetto migliora l’infrastruttura logistica delle forze armate statunitensi per sostenere le operazioni degli Alleati degli Stati Uniti e della Nato in Europa e in Africa”.

E’ questo il commento del colonnello Mathew Gomlak comandante della Guarnigione Usa al taglio del nastro del ponte ferroviario girevole sul canale dei Navicelli per consentire ai treni carichi di armi e munizioni di passare il canale per dirigersi verso il porto di Livorno. Una infrastruttura di guerra da 42 milioni di dollari all’interno del Parco di San Rossore devastato da questa ennesima opera militare, nonostante il parere negativo dello stesso Parco. (Leggi qui l’articolo del Tirreno).

Nel 2017 noi scoprimmo e rendemmo pubblico questo megaprogetto di potenziamento della base militare di Camp Darby, cosa che il Comune di Pisa con Filippeschi, la Provincia di Pisa, la Regione Toscana con Enrico Rossi, tutti a guida Pd, e l’allora governo Gentiloni avevano volutamente tenuto segreto per oltre un anno, esattamente come per la base militare a Coltano.

Il Governo italiano non solo si è fatto copromotore di questa operazione, ma ha steso un tappeto rosso agli americani definendola un’”opera destinata alla difesa nazionale” e che, per questa ragione, “ha l’esonero dal controllo di conformità urbanistica”. Quindi a nulla è valso che queste grandi strutture siano in contrasto con il Piano Territoriale del Parco e con il Piano di Gestione delle Tenute di Tombolo e Coltano! Non solo, anche la Valutazione di Incidenza, obbligatoria per il fatto che l’area interessata è all’interno di un Habitat prioritario (SIC “Selva Pisana”) tutelato dalle direttive comunitarie 92/43/CEE (Habitat) e 147/2009 (Uccelli), non ha impedito la realizzazione dell’opera che, tanto per citarne una, prevede l’abbattimento di circa 1.000 alberi nel cuore della riserva.

Suona poi particolarmente ipocrita il tentativo di presentare l’ampliamento di Camp Darby come motivato dalla tutela della salute e della sicurezza pubblica. Le infrastrutture previste – dal troncone ferroviario dalla stazione di Tombolo alla base, al terminal di carico e scarico, passando per il ponte girevole sul Canale dei Navicelli – serviranno unicamente a velocizzare gli spostamenti di armi da e per Camp Darby che, lo ricordiamo, è la più grande base militare americana di tutta l’area euro-mediterranea e viene attualmente rifornita via mare da mercantili civili affittati dall’esercito USA, con destinazione finale nei porti di Jeddah (Arabia Saudita) e Shaiba (Kuwait). Con questa nuova logistica, si potranno far arrivare e partire fino a due convogli di armi al giorno.

Il fatto che il materiale bellico non viaggi più su ruota, utilizzando l’Aurelia, ma su rotaia, appena qualche chilometro più in là, non è affatto risolutivo dei problemi di salute e sicurezza della cittadinanza, visto il possibile elevato potenziale esplosivo delle armi trasportate. L’unica misura capace di renderci davvero sicuri i cittadini e la cittadine è la chiusura della base, non certo il suo potenziamento, con il connesso aumento degli spostamenti di armi in prossimità di scenari di guerra aperta in totale contrasto con quanto disposto dalle nostre leggi e dalla nostra stessa Costituzione.

L’Italia si conferma così in prima fila accanto agli Usa per garantire ancora una volta che pezzi interi del nostro territorio siano devastati ad uso e consumo degli affari di morte americani.

Presenti e sorridenti alla inaugurazione il Presidente della Regione Giani, e il presidente della Navicelli Spa, il leghista Pisano: dove c’è guerra Pd e Lega non mancano mai, dove c’è da difendere interessi militari e americani centrodestra e centrosinistra non mancano mai, anzi stendono tappeti rossi.

In questo quadro la nuova base militare a Coltano è così il tassello che si vuole ulteriormente inserire dentro questo scacchiere per fare di Pisa la più grande piattaforma logistica del paese per la guerra.

A nostro avviso contro la guerra e per la costruzione della pace c’è una sola opzione: partire dallo smantellamento di Camp Darby e dalla sua riconversione ad usi civili, non realizzare la nuova base militare né a Coltano né altrove.

Una città in comune

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