In preda al furore elettorale di fine consiliatura e per accontentare le varie anime della sua maggioranza la Giunta Conti ha individuato, in collaborazione con la Società della Salute, quale sarà la casa dei padri separati nella nostra città: un appartamento in via Rainaldo.
Abbiamo da sempre contestato questa decisione della destra tanto più che in questi anni sempre minori sono state le risorse e gli investimenti a sostegno dei diritti e delle tutele per le donne e anche dei centri antiviolenza, non partecipando neanche al bando regionale per avere risorse per realizzare progetti per prevenire la violenza sulle donne, perdendo anche l’occasione di fare prevenzione fra i giovani.
Ancora una volta rileviamo che gli unici che usano l’ideologia come criterio guida delle politiche sono i membri della Giunta Conti senza alcuna osservazione e rilevazione dei bisogni ,delle emergenze e delle priorità che emergono dal territorio. È sufficiente consultare l’Istat, fuori dai proclami, per rendersi conto come non regga alla prova dei fatti la narrazione dei “poveri padri” messi sul lastrico. Certo, la separazione è un evento che produce povertà, ma per tutti ed in particolare per le donne, soprattutto dopo gli effetti devastanti della pandemia.
È interessante citare qualche dato: solo il 59,2% delle separate lavora contro l’82% dei separati. Le donne in povertà assoluta sono il 12,7% e il valore è ancora più alto se vivono sole e con figli: 18% .Inoltre il 75% dei padri separati non è in regola con il versamento dell’assegno (fonte Istat 2019)
Prima di stanziare cifre di propaganda a sostegno di servizi di superflui, sarebbe necessario fare uno studio serio sulla povertà e sugli effetti che le separazioni hanno su uomini e donne, sulle motivazioni profonde per cui alcuni padri vengono allontanati dai domicilio, spesso a seguito di condotte violente, rivolgendosi in primo luogo a chi da anni lavora su questo campo.
Una città in comune
Rifondazione Comunista