«Chi ha mal gestito la situazione deve mettersi in discussione»

giovedì
28 giugno 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
II

LA CRISI DEI DEM

La riflessione di Ermete Realacci in linea con la proposta del sindaco di Peccioli Si allarga il fronte di chi chiede le dimissioni del segretario provinciale Sonetti

PISA

«Occorre avviare una fase di ricostruzione del partito, che deve passare dalle dimissioni di chi ha maggiori responsabilità». Inizia a raccogliere consensi la linea dettata dal sindaco di Peccioli Renzo Macelloni, che dopo la debacle elettorale di Pisa ha chiesto di inaugurare una nuova stagione per il Partito democratico provinciale. Confronto, consenso e unità per spazzare via le plumbee nubi che hanno avvolto il partito di via Fratti. Un cambio da concretizzare al più presto e da materializzare a partire dalle dimissioni del segretario provinciale Massimiliano Sonetti. «Per come si è posto negli ultimi anni, il Pd è un prodotto politico che agli italiani non interessa e non piace – sottolinea il consigliere regionale Andrea Pieroni -. Per evitare il completo fallimento occorre cambiare linea ed aggiornare la sua identità, recuperando l’originalità del pensiero che portò alla sua nascita. Bisogna riflettere e confrontarsi: un lavoro accurato da fare velocemente in vista delle europee e delle amminstrative che interesseranno molti comuni della provincia. Sonetti deve convocare gli organismi del partito, aprire una discussione e mettere a disposizione il suo mandato». Una disfatta, quella pisana, che secondo Ermete Realacci arriva da lontano. «Tempo fa ho lanciato l’allarme – sottolinea il coordinatore del comitato dei saggi Pd incaricato di individuare il percorso che il partito avrebbe dovuto seguire in vista delle amministrative -, ma qualcuno non è riuscito a capire la situazione, perché c’era la tendenza a guardare solo alle dinamiche del proprio “condominio”. Serfogli ha fatto il massimo a Pisa, in condizioni molto difficili. Adesso bisogna ripartire da idee nuove e chi ha gestito male questa partita – aggiunge Realacci – deve mettersi in discussione». Gli fa eco Giancarlo Lunardi: «Sarebbe un errore caricare di responsabilità il singolo – sottolinea l’ex sindaco di Vecchiano e membro del

comitato dei saggi -, ma l’apertura di undibattitto interno necessità anche delle dimissioni di chi ha maggiori responsabilità». «Condivido in pieno la richiesta di Macelloni – aggiunge Sergio Di Maio, sindaco di San Giuliano -. I1Pd di San Giuliano ha fatto presente le criticità nella gestione del partito, ma è rimasto inascoltato. In campagna elettorale, si è preferito far arrivare a Pisa politici di lungo corso, di cui la gente ormai è stanca, invece di far confrontare il candidato sindaco Serfogli con gli amministratori del Lungomonte per parlare di servizi e politiche comuni da mettere in campo». «La classe dirigente deve assumersi le sue responsabilità, ma non basta – conclude Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce -. Occorre andare oltre, recuperando quel contatto con il popolo che il Pd vuole rappresentare: in questo i sindaci possono rappresentare le fondamenta della ricostruzione».

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