Clausole discriminatorie nel bando case popolari: ennesima sconfitta per la Giunta Conti, ma pagare sono i cittadini

Otteniamo un’altra importante vittoria, con i sindacati degli inquilini, contro le politiche discriminatorie e razziste della Giunta Conti. L’amministrazione aveva pubblicato nel luglio 2020 un bando per l’assegnazione degli alloggi popolari in evidente contrasto con le normative vigenti, e oggi ne annuncia la revoca per evitare l’ennesima sconfitta in Tribunale. Come avevamo segnalato fin da allora, anche con formale diffida al Comune, il bando era illegittimo in quanto conteneva due evidenti clausole discriminatorie: l’esclusione di tutti coloro che non avevano almeno 5 anni di residenza nel Comune, l’obbligo per i soli cittadini non europei di produrre un certificato di impossidenza di beni immobili all’estero invece di poter procedere, come tutti gli altri, ad una autocertificazione.

Invece di riconoscere subito queste illegittimità e rispettare la legge, a fronte dei ricorsi contro il bando da parte dei sindacati degli inquilini, l’amministrazione comunale aveva deciso di bloccare l’esame delle quasi mille domande pervenute per accedere agli alloggi popolari. Così per tutto il periodo della pandemia, in una delle fasi più difficili del nostro paese, un migliaio di persone è rimasto nel limbo, senza poter entrare nelle graduatorie per il diritto all’abitare, in attesa di un esito scontato: la decisione del tribunale di dichiarare illegittimo il bando 2020 del Comune di Pisa, in quanto in contrasto con i principi di non discriminazione contenuti nella Costituzione e nel Testo Unico Immigrazione.

La furia propagandistica di questa amministrazione, determinata a colpire i cittadini stranieri in nome di slogan come “prima gli italiani” o “prima i pisani”, ha colpito un migliaio di persone che avevano fatto domanda di alloggio popolare, congelando fino a oggi quel bando. Adesso occorrerà ripartire da zero, con un nuovo bando, finalmente ci auguriamo pienamente rispettoso della Costituzione e delle leggi di Stato e Regione.

Purtroppo però il Documento Unico di Programmazione per il 2022-2024, parte integrante del bilancio comunale in discussione dalla prossima settimana in Consiglio, contiene ancora numerose clausole discriminatorie per l’accesso a determinate prestazioni sociali e educative: quanti bandi devono ancora essere sospesi a causa di ricorsi, e quante famiglie in stato di bisogno devono ancora aspettare di vedersi riconosciuti i propri diritti, prima che questa amministrazione decida di rispettare la Costituzione e la smetta di fare propaganda contro gli stranieri che vivono e lavorano nel nostro territorio?

Noi continueremo a monitorare il comportamento della Giunta Conti, affinché i diritti sociali siano garantiti senza discriminazioni a tutte e tutti; e, soprattutto, affinché più risorse economiche siano destinate a finanziare la spesa sociale, a partire dalla sistemazione dei più di 170 alloggi popolari “di risulta” oggi vuoti, per la quale chiediamo che in sede di bilancio vengano stanziati 1 milione 150 mila euro.

Diritti in Comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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