Contrasto alle povertà: la Lega boccia la proposta di un Osservatorio contro le diseguaglianze

Nella giornata di ieri in seconda commissione consiliare la maggioranza, dopo aver cercato di impedire in ogni modo la discussione e la votazione in aperta violazione al regolamento dello stesso consiglio comunale, ha bocciato l’ordine del giorno presentato dal nostro gruppo consiliare per istituire un Osservatorio zonale contro l’Esclusione e le Disuguaglianze.

Le motivazioni addotte dalla Lega sono a dir poco sconcertanti a fronte della gravità della situazione economica e sociale che sta attraversando il nostro paese a causa della diffusione del Covid 19: “una perdita di tempo”, “l’ennesimo tavolo per rallentare l’azione della giunta”, “un documento così lungo che non fa altro che allungare i tempi degli interventi”, “basta girarsi intorno per vedere cosa serve ai pisani, non serve certo un osservatorio”.

Questa è l’ennesima dimostrazione di come la Lega affronti le questioni sociali nella nostra città: spot, carità selettiva e propaganda, senza mai ricorrere a strumenti realmente efficaci per dare risposte alla popolazione, sulla base di conoscenze e analisi approfondite. Ad oggi, infatti, l’amministrazione comunale non ha alcuna capacità di capire se e come le misure messe in atto abbiano avuto effetti, e se gli interventi siano stati attuati con “appropriatezza, efficacia ed efficienza”.

Non lo sappiamo, perché da anni manca un servizio di rilevazione delle disuguaglianze e della povertà, nelle sue molteplici sfaccettature e articolazioni. La “fotografia” della situazione è quella, parziale e sfocata, che emerge dalle passeggiate di quartiere di assessori ed esponenti di maggioranza che spesso citano casi specifici come se riflettessero l’intera realtà. Anche chi non partecipa a queste “passeggiate” può vivere situazioni di difficoltà economica e sociale e deve avere voce.

Per sviluppare politiche sociali giuste ed efficaci occorre raccogliere e analizzare i dati, che pure non mancano. Basti pensare alla enorme mole di informazioni sui bisogni della nostra comunità che possiamo ricavare dalle sperimentazioni del Reddito d’Inclusione e del Reddito di Cittadinanza.

Ad oggi gli unici dati di cui disponiamo sono quelli della Caritas Diocesana di Pisa , che da anni svolge un importante lavoro di monitoraggio, e che nelle ultime settimana aveva rilanciato la proposta di Osservatorio.

Proprio attraverso simili strumenti è infatti possibile pensare e realizzare politiche sociali realmente inclusive, capaci di intercettare gli invisibili e di rimuovere diseguaglianze sempre più forti quanto ingiuste. La povertà è un fenomeno complesso, solo in parte compensabile con misure di sostegno al reddito e fornitura di beni di prima necessità: questo perché la povertà impedisce di scegliere, di accedere alle opportunità, e va rimossa in quanto impedisce di partecipare alla vita politica economica e sociale del paese, come ci ricorda la Costituzione.

E proprio per questa ragione la Lega ha bocciato questa nostra proposta che ripresenteremo in consiglio comunale, ribadendo che questo Osservatorio deve avere caratteristiche ben precise. In primo luogo, deve essere di respiro zonale: non si può ripetere quanto è accaduto durante la gestione dell’emergenza, in cui ogni comune ha agito in maniera isolata e disomogenea, in alcuni casi con criteri discriminatori come la residenza. In secondo luogo, deve essere un organismo stabile, incardinato nel sistema dei servizi: non si può “tirare a campare” con interventi spot e finanziamenti incerti se si ha l’obiettivo di ricostruire la coesione sociale della città. Infine, deve essere un luogo di vera partecipazione, in cui confluiscano tutti i nodi delle reti cittadine in grado di apportare conoscenze e competenze: sarà necessario coinvolgere la Caritas e il mondo del Terzo Settore, le Organizzazioni Sindacali, l’Università, la Scuola, i Servizi, l’Inps in un percorso che, partendo dalla condivisione e dall’analisi dei dati, sia in grado di portare a scelte mirate, appropriate e vicine alla reale condizione della comunità.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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