Corteo in città. La protesta dal centro arriva all’aeroporto
Movimenti autonomi di studenti medi e universitari, movimenti per la casa, comitati dei quartieri popolari, persone sfrattate e i lavoratori della GB, azienda del marchio Orange che gestisce i servizi per tre aziende di autonoleggio presenti all’aeroporto di Pisa.
Queste le anime, circa un centinaio, che questa mattina si sono date appuntamento in piazza XX settembre per far sentire la loro voce e rivendicare il diritto alla casa, al reddito, a una scuola accessibile e a un lavoro dignitoso.
Un corteo che ha sfilato prima per le vie del centro, facendo tappa alla Sepi, dove è stato appeso uno striscione che riassume uno dei nodi della protesta: “Se il lavoro non è più un diritto, pagare le tasse non è più un dovere”. Al centro della contestazione c’è una politica fiscale “che tutela solo i redditi alti e lascia indietro chi ha redditi annui di 9, 10 mila euro”.
E per ribadire come con redditi di questo tipo le famiglie si trovano nella condizione di non riuscire a sostenere le spese che la scuola comporta, uno striscione è stato appeso davanti all’ufficio scolastico di Pisa (l’ex provveditorato). “Per chi ha stipendi di 500 euro al mese – dice uno degli studenti al megafono – è impossibile sostenere spese che arrivano fino a 400 euro fra libri, mensa e eventuali divise necessarie in scuole come l’alberghiero”.
Ogni tappa del corteo di questa mattina ha rappresentato richieste, rivendicazioni e proteste. Al grido di “blocchiamo la città” la manifestazione ha raggiunto la stazione e, attraversando il sotto passaggio, il quartiere di San Giusto. Ecco allora la richiesta di manutenzione per le case popolari, di case per tutti, ma anche la contestazione del PisaMover. “Un’opera inutile – dicono dal corteo – uno spreco di denaro pubblico, che non serve ai cittadini ma solo a chi come Condotte spa guadagna da quest’opera”. Soldi che, proseguono “dovrebbero essere usati per garantire diritti come la casa, la scuola e la sanità, che in troppi ormai faticano a permettersi”.
Ultima tappa l’aeroporto di Pisa, dove è stato appeso uno striscione che contesta l’operazione People mover, e il Ren Car Terminal dell’aeroporto. Questo infatti il centro nevralgico della protesta dei lavoratori, in cui lo sciopero della logistica e lo sciopero sociale oggi si incrociano.
In corteo c’erano infatti alcuni dei lavoratori della GB, che fa parte del marchio Orange car managment, che a Pisa ha in appalto alcuni servizi per aziende di autonoleggio. In pratica la ditta si occupa di pulire internamente ed esternamente le macchine, di consegnarle e anche di recuperarle riportandole a Pisa quando i clienti le lasciano in altre città.
La maggioranza dei lavoratori della GB sono dipendenti con contratto a tempo indeterminato, ma circa un terzo è inquadrato con contratti stagionali, precari e alcuni a chiamata.
I lavoratori denunciano “il pagamento in due tranche degli stipendi, la scarsità del materiale necessario al loro lavoro, l’assenza di spogliatoi per i dipendenti e l’assenza di contratto per alcuni colleghi che invece vengono pagati in ritenuta d’acconto”.
Il servizio che oggi è gestito da GB, ci spiega il delegato della Cgil “è stato internazionalizzato a dicembre del 2013, da quel momento i tre committenti, Avis, Europcar e Goldcar, pagano alla GB il servizio conteggiando un compenso per ogni macchina riconsegnata”. La richiesta che oggi i lavoratori e le rappresentanze sindacali hanno avanzato è quella di ottenere migliori condizioni di lavoro e di sicurezza, e per questo tirano in causa non sono la GB, ma anche i committenti (le aziende di noleggio) e la SAT, società che gestisce l’aeroporto di Pisa.
L’ingresso, rumoroso, all’interno del rent car terminal, riesce a strappare un incontro. A rendersi disponibili gli station manager di Pisa di Avis e Goldcar (mentre quello di Europcar era fuori città). “Le due aziende committenti – ci spiega Sandro Soldani dei Cobas – si sono impegnate a denunciare le condizioni dei lavoratori ai vertici dell’azienda, e si sono impegnate a fissare un incontro con GB Orange per analizzare la situazione”.
La convocazione dei rappresentanti dei lavoratori è arrivata anche da GB, ma spiega ancora Soldani “abbiamo ritenuto di non andare, dato che le nostre richieste sono sul tavolo dell’azienda da tempo. Ora aspettiamo risposte”. Con oggi, concludono, “inizia il percorso di mobilitazione. Il prossimo passo sarà andare da SAT”.
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