È illogico privatizzare l’aeroporto

mercoledì 11 giugno 2014, TIRRENO Pagina: 1-16

È illogico privatizzare l’aeroporto

Un gruppo di personalità toscane della cultura e del sapere ha scritto questa lettera aperta sulla questione degli aeroporti di Pisa e Firenze.

Nella vicenda del riassetto del sistema aeroportuale toscano, oggi al centro dell’attenzione, ci sono
aspetti che sfuggono alla comprensione dei firmatari di questa nota. Aspetti che fanno sorgere alcune, certamente ingenue, domande. Innanzitutto, perché bisogna vendere le quote pubbliche dell’aeroporto di Pisa, privatizzando una infrastruttura strategica, che peraltro va a gonfie vele, e oltretutto attraverso un’Opa giudicata ostile, non conveniente ai soci pubblici? Si parla poi di 120 milioni di euro di investimenti pubblici per realizzare la nuova pista di 2.400 metri a Peretola. L questa la priorità di investimento per le infrastrutture della Toscana? Non sarebbe meglio impiegare questo denaro di tutti i cittadini per potenziare il collegamento ferroviario fra il Vespucci e il Galilei, ovvero fra Firenze e Pisa, facendo diventare i due aeroporti un sistema integrato e al tempo stesso migliorandola qualità di vita di centinaia di migliaia di lavoratori pendolari? Magari anche intervenendo sulla superstrada Fi-Pi-Li e aumentandone la sicurezza e la scorrevolezza?
Infine vorremmo sapere se è proprio necessario che, a distanza di 70 km, debbano esistere due aeroporti in competizione fra di loro, anziché due scali che fanno sistema, dividendosi il lavoro per rispondere alle esigenze dei toscani e dei visitatori in modo efficiente e sostenibile. Con Pisa dedicata ai voli europei e low-cost e Firenze city-airport. Tutti i documenti di programmazione della Regione Toscana, infatti, parlano di questa modalità di integrazione per la costruzione di una holding comune. Cosa è cambiato nelle ultime settimane da dover mettere, di fatto, in discussione questa prospetti va? A quale logica risponde tutto ciò? E che ricadute avrebbe, questa scelta, sui livelli occupazionali?
Le questioni qui richiamate sono solo alcune – quelle a prima vista più significative – del dibattito in corso. Noi vorremmo contribuire a renderlo il più trasparente e aperto possibile. Capire di più. Siamo convinti che i cittadini toscani che vivono lungo le sponde dell’Arno hanno risposte per queste domande. La Regione Toscana, tutti gli enti locali e le istituzioni coinvolte non possono sottrarsi al metodo e al merito del confronto.
Maurizio Baglini, Anna Barsotti, Giovanni Batignani, Marilina Betrò, Remo Bodei, Marcello Buiatti, Renzo Castelli, Paolo Dario, Fabio Dei, Mauro Del Corso, Michele Emdin,Adriano Fabris, Paolo Ferragina, GianIuigi Ferrari, Francesco Filidei, Gianfranco Fioravanti, Maria Antonella Galanti, Giorgio Gallo, Gabriella Garzella, Lorenzo Garzella, Delio Gennai, Fosca Giannotti, Alfonso M. lacono, Carlo Ipata, Domenico Laforenza, Petra Magoni, Simonetta MencheIli, Ugo Montanari, Sandro Paci, Giovanni Padroni, Silvia Panichi, Marine lla Pasquinucci, Dino Pedreschi, Paolo Pezzino,Adriano Prosperi, Luca Ricci, Biancamaria Rizzarmi, Manuel Rossi, Paolo Rossi, Giovanni Salmeri, Enrica Salvatori, Marco Santagata, Laura Savelli, Chiara Savettieri, Salvatore Settis, Cinzia Maria Sicca, Lucia Tomasi Tongiorgi, Annamaria Tomassi, Cristiana Torti, Alessandro Tosi, Franco Turini, Nicola Ughi, Alberto Vannucci,

Maurizio Vernassa, Alessandra Veronese.

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