Il prossimo 12 dicembre andranno a rinnovo gli pseudo consigli provinciali previsti dalla legge 57/2014 meglio nota come legge Delrio: un provvedimento che sottrae il diritto di voto a cittadini/e e conseguentemente la rappresentanza in ambito della Provincia.
La norma prevede una elezione di secondo livello riservata esclusivamente ai consiglieri comunali ed ai sindaci dei comuni della provincia, elezione oltretutto condita da un voto ponderato (comma 76) sulla base di un indice determinato in base alla consistenza demografica del comune di appartenenza. Detto in altri termini il consigliere di Vecchiano conta meno del consigliere di San Giuliano e conseguentemente contano o “pesano” meno i cittadini di Vecchiano rispetto a quelli di San Giuliano, a loro volta meno “pesanti” di quelli di Pisa e così via.
Con questo nobile meccanismo, di sapore vagamente feudale, in Provincia di Pisa si andrebbe a pseudo-eleggere un consiglio di 12 componenti (erano 30 quando si eleggeva a suffragio universale) con buona pace della rappresentatività politica, ma soprattutto territoriale.
La conseguenza evidente è che ci troviamo ormai davanti una sorta di consiglio d’amministrazione che non risponde alle cittadine e ai cittadini per le proprie scelte e che soprattutto non ha il contrappeso delle funzioni di controllo esercitato storicamente dalle opposizioni.
Noi continuiamo a credere che la legge Delrio sia una pessima legge, che ha introdotto guasti e prodotto frustrazione nelle lavoratrici e nei lavoratori delle Province, che ha ingenerato confusione aggravando i problemi che tutt’ora vivono i territori, dalla manutenzione delle strade a quella delle scuole, alle competenze in materia di ambiente e agricoltura.
Una legge che tuttavia un risultato l’ha ottenuto: ha ridotto ai minimi termini l’esercizio di verifica e controllo, fondamentale in democrazia, da parte dei cittadini tramite i loro eletti nei consigli, esponendo i territori a situazioni incontrollate e deteriori. Inoltre questo tentativo di fuga in avanti – anticipare con legge ordinaria una riforma costituzionale – è stato sonoramente respinto dal popolo italiano e ci lascia in una situazione di totale incertezza, confusione, e carenza democratica.
Per queste ragioni abbiamo deciso a Pisa, anche in questa occasione, di non partecipare a queste elezioni truffa, in coerenza con la battaglia referendaria fatta e vinta sulla riforma della Costituzione. Partendo proprio dalla nostra Carta Costituzionale, ci chiediamo quale sia l’ipotetica coerenza della legge Delrio, alla luce dell’esito referendario: se le Province sono rimaste di diritto uno dei capisaldi dell’architettura istituzionale della Repubblica democratica, dove è andata a finire la sovranità popolare dell’art. 1 della Costituzione?
A quegli amministratori di “sinistra” che oggi continuano ad allearsi con il Pd per fare liste comuni di centro-sinistra per questi pseudo consigli provinciali diciamo che simili opportunismi e tatticismi non determineranno cambiamenti politici rilevanti nelle politiche liberiste dei territori e non contribuiranno a cambiare e migliorare le condizioni materiali di vita di migliaia di cittadine e cittadini sempre più colpiti dalla crisi: cambiamento possibile, al contrario, solo aprendo nuovi spazi di democrazia e di partecipazione dal basso.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile