Friedman spara a zero: «Voi come Trump»

giovedì
7 giugno 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
5
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Pisa, all’unione industriale l’economista attacca il governo: non è serio. La Ceccardi si alza e se ne va

PISA

«In Italia ci vorrebbe un governo serio», altrimenti il Paese diventerà una specie di Stati Uniti alla Trump in miniatura, con disoccupazione che non scende, semmai cresce, deficit pubblico alle stelle e tenuta sociale a rischio con accenti razzisti. Stavolta all’assemblea annuale dell’Unione Industriale di Pisa l’invitato eccellente era il giornalista ed economista Alan Friedman. Di fronte gli imprenditori locali, oltre ai candidati sindaci di destra e sinistra: tutto si aspettavano tranne che così tanta, diciamo,sincerità. Friedman però non molla, s’immagina «la Merkel al G7 in Canada che farà fotografie sorridenti con il premier Conte, ma chissà cosa penserà dentro di sé: e questo chi è?», perché per il giornalista newyorkese è chiaro che il governo «dipende da Salvini e Di Maio molto più che da Conte».

Poi prova anche ad immaginarsi lo scenario tra un anno, primavera 2019, dopo il voto per il Parlamento europeo e dopo dodici mesi di un governo che, si chiede, «sarà così pragmatico da portare avanti la ripresina attuale?». L’economista è assai scettico. «Quali saranno le politiche economiche del governo tra Flat tax, quota 100 per le pensioni e reddito di cittadinanza? E le coperture economiche?». Evidente che per Friedman non ci possano essere, visto che definisce Salvini-Di Maio-Conte «tre uomini e una banca». Tra gli imprenditori, più di uno tira il nodo della cravatta. «Mettiamo che in Europa tra un anno stravincano i populisti – incalza Friedman -. Noi in Usa definiamo il populismo demagogia. Trump è populista, perché a problemi complessi offre soluzioni facili che non stan no in piedi. Il debito pubblico rende l’Italia vulnerabile, è richiesta responsabilità e non demagogia, e nemmeno il ricorso all’aumento del deficit. Vedo la possibilità che si affermi qui un modello semi-Trump, dunque crescita nel breve e più deficit. Nella società americana c’è odio e paura. Non vorrei accadesse anche in Italia, trasformato da Paese aperto e sorridente in Paese cupo, dove i leader soffiano sul fuoco dell’odio. Già successo? Anche la coesione sociale potrebbe essere a rischio, soprattutto in termini di razzismo. Ho sentito Conte dichiarare: non sono razzista. Si è mai visto un premier che avvertisse la necessità di smentire di essere razzista?».

Se qualche imprenditore ora sobbalza sulla sedia, chi proprio si alza e va via è la sindaca leghista di Cascina, Susanna Ceccardi. «Il suo intervento sull’economia si è trasformato in un comizio fazioso contro il governo, contro i populisti – sbotta sui social -. Spara a zero facendo una campagna elettorale per il Pd in un contesto trasversale ed apartitico come l’Unione Industriale». Così non ascolta il finale, tra applausi e sorrisi stretti: «In Italia ci vorrebbe un governo serio, capace di fare il direttore d’orchestra. La miscela Flat tax, quota 100 e reddito di cittadinanza non corrisponde a politiche che rispondono alle esigenze».

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