Gli studenti e le studentesse smentiscono Conti e la destra con i fatti e le idee

La seduta di ieri della Terza Commissione consiliare, aperta agli studenti e alle studentesse della città e dedicata alle violenze di polizia che venerdì hanno colpito il corteo contro il genocidio palestinese, ha reso ancora più evidente il totale scollamento della maggioranza e del sindaco Conti dalla realtà e dal vissuto della nostra comunità.

Le voci degli studenti e delle studentesse, che hanno sperimentato sulla propria pelle la brutale repressione delle forze dell’ordine o vi ha assistito, hanno fatto chiarezza sulle tante mistificazioni diffuse dai deputati Ziello e Donzelli: in via San Frediano è stata tolta al corteo ogni via di fuga; le cariche della polizia scatenate a pochi minuti dalla partenza; i manganelli si sono alzati su giovani inermi e a mani alzate, e li hanno inseguiti per diversi metri con accanimento; obiettivo della manifestazione era denunciare il genocidio in corso a Gaza e la complicità del governo italiano, ed è per questo che è stata brutalmente fermata.

Gli studenti e le studentesse hanno condiviso la loro amara delusione verso funzionari dello Stato, teoricamente incaricati di difendere la loro sicurezza che, invece, hanno agito su di loro una violenza ingiustificata e sproporzionata; ma hanno anche manifestato una grande consapevolezza e maturità, rifiutando sia il ruolo di vittime che quello di eroi/eroine, rivendicando semplicemente il diritto di scendere in piazza, da cittadini e cittadine del presente, per denunciare un genocidio trasmesso in diretta.

A fronte di tutto questo, la risposta della maggioranza e del sindaco, che pure aveva convocato la riunione, è stata imbarazzante e vergognosa: non una parola di autentica solidarietà, nessun vero ascolto, nessuna critica alle forze dell’ordine, nessuna autocritica rispetto all’ordine del giorno approvato lunedì scorso in Consiglio Comunale in cui si rimuovono le ragioni del corteo e si giustifica di fatto la sua brutale repressione, distorcendo gravemente i fatti e anche le norme in materia di pubblica sicurezza per bollare il corteo come “non autorizzato”. Solo un goffo tentativo di dimostrarsi aperti al dialogo, quando la chiusura è stata totale.

La ferita che le violenze poliziesche di venerdì scorso hanno inflitto alla comunità scolastica, universitaria e cittadina, a cui le grandi piazze popolari del giorno stesso e dell’indomani, hanno già dato una chiara risposta, può essere curata solo con verità e giustizia. Per questo continueremo la nostra lotta per far ritirare l’indecente ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale lunedì scorso e per chiedere al Questore di Pisa e al Ministro degli Interni una piena assunzione di responsabilità, con le loro dimissioni.

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