Grande distribuzione, stop alla proliferazione di punti vendita in città

È di questi giorni la notizia dell’apertura di un nuovo punto vendita della Pam nella centralissima Borgo Stretto.

Si tratta dell’ennesimo insediamento delle catene della grande distribuzione in pieno centro dopo quelle in via San Martino e in Piazza Santa Caterina.

Da sempre contestiamo questo modello economico del settore commerciale improntato ad un’idea di consumo che provoca solo desertificazione del tessuto del piccolo commercio locale di prossimità e di qualità, che distrugge la qualità del lavoro e si basa su una gestione della filiera del cibo che strangola i piccoli produttori e ostacola lo sviluppo della filiera corta (anche se in parte se ne giova per ragioni di marketing).

Tutto questo, poi, avviene dopo che l’emergenza Covid19 ha ulteriormente messo in crisi il piccolo commercio mentre ha favorito enormi fatturati nella grande distribuzione: le liberalizzazioni che centrosinistra e centrodestra hanno portato avanti in questi anni avevano infatti già reso fragili i piccoli esercizi e ora ne vediamo le conseguenze ultime.

Attenzione, però: i Comuni possono contrastare la proliferazione di questo modello commerciale che distrugge le nostre città e impoverisce i loro abitanti. Il fatto è che si tratta come sempre di scelte politiche precise, riguardanti i precisi interessi che si vogliono difendere. E quasi mai vengono intraprese, guarda caso.

Negli ultimi anni a Pisa con il centrosinistra sono nati come funghi scatoloni di cemento per la grande distribuzione, dall’Aurelia a Cisanello, accanto alle torri di Bulgarella; ora con la Lega, invece, si dà il via a nuove pesanti previsioni di aree commerciali a Porta a mare, a Porta a Lucca, e persino dietro le mura in via Emanuele Filiberto.

Da sempre noi proponiamo politiche fiscali ed economiche a sostegno del commercio di prossimità in tutti i quartieri di Pisa, e uno stop alla proliferazione di punti vendita anche piccoli della grande distribuzione ovunque essi vengano proposti.

Al contrario la Lega, al di là dei proclami, sta seguendo una politica opposta che sta svuotando ulteriormente il nostro centro storico con luoghi ad uso e consumo di turisti da spennare, dove precarietà e forme di lavoro non tutelate sono lo standard. Una politica che si accoppia molto bene a quella delle periferie dormitorio-centro commerciale.

A tutto discapito di un commercio equo, sostenibile, di filiera corta, locale, che si integrerebbe invece con la qualità della vita e del lavoro per la cittadinanza tutta.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione comunista – Pisa possibile

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