I rom della Bigattiera sotto sgombero

manifestaz-rom-3www.comune.info

manifestaz.-rom-2

bambini-rom

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare” (Martin Niemöller)

di Francesco Biagi

La città di Pisa continua ad essere una città dove i più deboli e oppressi vengono “puniti” per l’indigenza in cui vivono e di cui soffrono. Essere poveri, vivere nella marginalità sociale – a Pisa – significa subire un “castigo” costante ed essere preda della discrezione delle politiche poliziesche. Dieci anni fa, il sociologo Loic Wacquant mandava alle stampe “Punire i poveri. Il nuovo governo del’insicurezza sociale”. In questo testo rifletteva sulle politiche penali che gli Stati Uniti infliggevano alle classi sociali più marginali e povere, notando come tali politiche punitive a poco poco andassero a sostituire il welfare. Nel mercato globale contemporaneo chi è povero è colpevole della sua indigenza e la risoluzione di questo problema non è più lo “stato sociale” ma lo “stato penale”. Questi processi sociali si appellano ad una legalità astratta, ad un “abusivismo” che è tale non per volontà dei soggetti che lo vivono ma per la segregazione che ad essi viene imposta.
A Pisa, negli ultimi giorni è tornata alla ribalta la “questione rom”, creata ad arte per giustificare lo sgombero del campo (autorizzato) più grande – quello della Bigattiera – dove vivono numerose famiglie. Più di un anno fa, il consiglio comunale approvava una mozione che chiedeva di ripristinare acqua, luce e scuolabus per il Campo della Bigattiera. Da allora nulla è stato fatto: niente acqua, niente luce, niente scuolabus. Nessun progetto di inserimento abitativo, che pure era stato promesso, e che figura tra gli obiettivi della “Strategia di Inclusione” dei rom approvata dal governo. Perché – è bene chiarirlo, ancora una volta – le famiglie della Bigattiera non vogliono stare al campo: vorrebbero abitare nelle case – come tutti – lavorando e pagando un regolare affitto. Ma quando si cerca casa la risposta è sempre la stessa, «non si affitta agli “zingari”»…
Negli ultimi giorni, le cose sono cambiate. Tutte le famiglie sono state convocate dagli assistenti sociali, che hanno annunciato l’imminente sgombero. La data non è stata comunicata, ma si sa che l’intervento verrà fatto nel giro di una o due settimane. Che fine faranno le famiglie, che fine faranno i bambini, dopo che il campo sarà chiuso? Gli assistenti sociali hanno prospettato poche e drastiche “soluzioni”.
È stato proposto, anzitutto, un programma di “rimpatrio assistito”: tornare al paese di origine, con il viaggio pagato dal Comune e un contributo di duecento euro a persona. Ci rimandano “a casa”, dicono. Ma la Macedonia, per noi, non è “casa”. Molte famiglie abitano a Pisa da venti, a volte da venticinque anni. Quasi tutti i bambini sono nati in Italia, o ci sono arrivati quando erano molto piccoli. Alcuni, tra l’altro, non hanno nemmeno la cittadinanza macedone: andrebbero a vivere in un paese in cui sono stranieri. Dicono: “La nostra casa è qui, in Italia, a Pisa: è questo il luogo dove molti di noi hanno vissuto gran parte della loro vita, è questo il luogo dove vogliamo vivere”.
Per i rom “regolari”, è stato proposto l’invio in località “fuori dalla regione Toscana”: vogliono mandare via le famiglie, in città lontane e per loro sconosciute, senza alcuna garanzia di un inserimento sociale. È stato promesso anche un contributo all’affitto per i rom che dovessero trovare una casa: ma come troviamo una casa in due settimane, se non siamo riusciti a trovarla in tutti questi anni? Nessuno affitta una casa a un rom che abita in un campo, se non c’è un aiuto o un sostegno da parte delle isitutuzioni politiche locali.
La verità è un’altra. La verità è che vogliono semplicemente sgomberare il campo. La verità è che vogliono sbattere famiglie e bambini in mezzo a una strada, senza nessuna vera alternativa. Gli sgomberi fatti così, senza dare nessuna soluzione, sono illegali: l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, lo stesso governo italiano nella sua “Strategia Nazionale di Inclusione”, dicono da tempo che gli sgomberi sono illegali, se lasciano le famiglie in mezzo a una strada. È per questo che esiste un’unica soluzione: sospendere lo sgombero, fermare la guerra contro i rom, e provvedere a dei canali autentici di mediazione e dialogo.

Condividi questo articolo

Lascia un commento