Il consigliere Ricci: “Legambiente ha bocciato Pisa”. La città è finita in 43esima posizione e non migliora i parametri

Il Tirreno Pisa

image

PISA. “Secondo la classifica di Ecosistema Urbano recentemente pubblicata da Legambiente e Il Sole 24 Ore, la città di Pisa precipita dalle prime posizioni occupate gli scorsi anni verso posizioni decisamente meno lusinghiere. Ma se è vero che le classifiche non sono importanti e che non ci interessa la competizione tra città, quello che ci interessa è il perché di questa caduta libera alla 43° posizione”.
Lo afferma Marco Ricci, consigliere comunale di “Una città in comune”. Che aggiunge: “Come ha spiegato Legambiente Pisa commentando il rapporto, l’associazione ambientalista quest’anno ha scelto di cambiare gli indicatori in modo da descrivere non tanto la situazione ambientale (utilizzando i cosiddetti “indicatori di stato ambientale”) quanto l’adeguatezza e l’efficacia delle politiche ambientali messe in atto dalla pubblica amministrazione (i cosiddetti indicatori di risposta). Ecco che così, ad esempio, non si considera più il verde totale – in cui Pisa primeggiava grazie alle tenute di San Rossore e di Tombolo e Coltano del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli – ma il verde fruibile presente in città, frutto delle scelte urbanistiche odierne, in cui Pisa è al 61° posto”.
“L’altra tendenza che si registra è che Pisa, a differenza di molte altre città, è ferma – prosegue Ricci – non migliora i suoi parametri ambientali. Anche laddove infatti, si scontano situazioni di partenza solo in parte imputabili all’amministrazione (elevato pendolarismo, comportamenti dei cittadini, reti idriche vetuste), non si registrano passi in avanti: produzione di rifiuti (98°), raccolta differenziata (66°), perdite idriche dell’acquedotto (57°), e anche il pericolo legato al traffico cittadino (101° per incidenti mortali!) sono in stallo o addirittura in peggioramento. Inoltre alcuni di questi indicatori misurano la quantità, ma non tengono conto della qualità: basti pensare alle piste ciclabili, che in alcuni casi sono chiamate tali ma di fatto non lo sono o sono pericolosissime”.
“Dati oggettivi – sottolinea ancora il consigliere comunale – che chiamano pesantemente in causa le scelte politiche fatte in questi anni, e non consentono più di disegnare una città amica dell’ambiente che non esiste. Questo rapporto infatti, ci restituisce una città molto lontana dall’eccellenza che ci viene spesso raccontata, una città che a differenza delle buone intenzioni, non è sostenibile nei fatti e che, ancor più grave, non ha un piano per il futuro”.

Condividi questo articolo

Lascia un commento