Il diritto a manifestare è democrazia

Il dibattito che si è aperto in città a seguito della manifestazione di sabato scorso, rispetto alla quale non condividiamo le forme con cui si è svolta, ci preoccupa notevolmente. Sull’onda di quanto successo vediamo avanzare un’ipotesi  di controllo e autorizzazione  sui futuri cortei cittadini che può solo sgomentarci. Il sindaco ha infatti richiesto che d’ora in poi, prima di ogni manifestazione, sia riunito il Comitato per l’Ordine pubblico e la Sicurezza. Una richiesta che in tutta evidenza preannuncia l’intenzione di autorizzare o meno, caso per caso, i cortei precedentemente comunicati alla Questura.

Sono molte le voci che chiedono insistentemente la chiusura del centro storico alle manifestazioni e ai cortei, e la richiesta del Sindaco non ci tranquillizza in questo senso. L’eventuale esclusione automatica – o in base a criteri discrezionali – del centro storico come percorso per le manifestazioni equivale, in una città come Pisa, a un sostanziale divieto di manifestare.

Le reazioni di alcuni commercianti che hanno subito danni sono comprensibili, l’apertura, da parte delle istituzioni, di una campagna contro il diritto di manifestare nel centro storico assolutamente no. Siamo in un momento  particolarmente critico per la nostra vita sociale e civile, e preservare gli spazi di partecipazione e democrazia dovrebbe essere il primo pensiero di chi abbia a cuore la struttura democratica del nostro paese.  Vediamo invece il sindaco di Pisa accodarsi al “pensiero Alfano” su Roma,  senza concedersi almeno uno spazio di riflessione su quelle che possono essere le reali e pesanti ripercussioni di questa scelta sui diritti fondamentali dei suoi concittadini.

Facciamo un appello a tutte le associazioni, i movimenti, le forze sindacali e politiche perché  affermino con forza che quanto accaduto in una singola giornata non può in alcun modo ipotecare la piena agibilità del centro della città alle manifestazioni :  la Pisa democratica che abbiamo conosciuto non merita questa  ennesima umiliazione.

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