Il municipio dei beni comuni: “#immobilfree non tutela i bisogni ma svende la proprietà”

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L’abbandono è una prassi imposta con metodo scientifico da chi detiene la proprietà a discapito della comunità. Si abbandonano le fabbriche per tradurle un giorno in altro cemento; si abbandonano le case dove nessuno ha mai abitato così da consolidare cartelli onerosi sulla pelle di chi non possiede un’abitazione; si abbandonano i palazzi storici nella paradossale inosservanza di quella ricchezza diffusa nelle città italiane che viene dai beni storici e artistici; si abbandonano interi quartieri al loro destino, devastando tessuti urbani vulnerabili, microcosmi che sarebbero, al contrario, un naturale fronte contro la povertà e la sottrazione di beni che da questa deriva. Un laborìo piccolo piccolo, che diventa epocale. Nei giorni in cui Pisa si fa ‘vetrina’ con lo sfoggio di strutture futuribili per l’Internet Festival, lanciando un messaggio fasullo di una città funzionale e aperta, noi diamo un significato diverso a quell’IF che da giorni viene riproposto ai cittadini quasi fosse la sigla di un appuntamento vitale. Il nostro IF vuol dire invece “Immobil Free”, agenzia immobiliare alla rovescia, pronta a mettere sì in vetrina il degrado, lo sperpero, la chiusura ingiusta di spazi che potrebbero essere di tutte e di tutti, utili a un disegno solidale, al progetto di una città dalla parte dei bisogni dei propri cittadini, e che invee sono stretti nelle maglie del profitto di pochi. A settembre avevamo annunciato che non sarebbe stato più sufficiente parlare di singoli spazi, ‘lo spazio è la città’, lo spazio riguarda la totalità delle cose, perché Pisa non è scissa dal mondo in cui viviamo e dalle sue contraddizioni. Come non lo è l’Italia, e le manovre che hanno contraddistinto l’esordio di una stagione forse ancora più dura di quella precedente. Da un lato la dismissione puntuale e selvaggia dello stato sociale, la violenta reprimenda dei diritti minimi dei lavoratori; dall’altro l’operazione populista del cosiddetto ‘Sblocca Italia’, la drammatica corsa in avanti prospettata dal governo Renzi, a discapito di quel dialogo tra le componenti di una comunità che è il sale stesso della democrazia, ma a vantaggio di chi detiene ricchezza e potere. Tutto si tiene in una simile rete, come nella mappa di una città. Una città che oggi è Pisa, ma non quella fittizia, città dell’Internet Festival, di una presunta eccellenza che però non produce lavoro, né ricchezza, e che perpetua se stessa come in una fantasmagoria. Esiste una Pisa di ciò che è abbandonato e svenduto, di spazi sottratti alla cittadinanza, di vuoti da riempire, di piccole e grandi ingiustizie che è giunto il tempo di riportare a galla, di ridurre a qualcosa di vivo e pronto a soccorrere il bisogno di socialità, di cultura che una parte della città domanda a gran voce di soddisfare. Fonte: Municipio dei beni comuni

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