Il trasporto pubblico locale rappresenta, soprattutto in tempo di crisi economica e ambientale, un elemento strategico per costruire città sostenibili e solidali. Per essere davvero alternativo al mezzo privato, il trasporto pubblico deve venire incontro alle reali esigenze dell’utenza: in termini di affidabilità del servizio, di costi contenuti, di razionalità dei collegamenti nell’area urbana e nell’area vasta, di accessibilità da parte dei soggetti con particolari esigenze di mobilità, come gli anziani o i diversamente abili, o con limitate risorse economiche come i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Purtroppo invece, come molti altri servizi fondamentali, il trasporto pubblico è da anni sotto attacco. I pesanti tagli dei trasferimenti statali, decisi dal governo Berlusconi e compensati solo in parte dalla Regione Toscana, sono stati accompagnati da politiche locali inadeguate o dagli effetti complessivamente negativi. Basti pensare alla fusione delle società dei trasporti di Livorno (ATL), Pisa (CPT), Lucca (CLAP) e Prato (CAP) in CTT Nord. O della gara unica regionale in gestazione da anni, il cui costo preventivato di 160 milioni di euro, a fronte di un costo attuale di 250 milioni, prefigura interventi pesanti sul fronte della diminuzione delle corse, dell’occupazione e dell’aumento dei biglietti.
Per queste ragioni esprimiamo la nostra piena solidarietà ai lavoratori CTT Nord, che per sabato 13 luglio hanno indetto uno sciopero in difesa delle loro condizioni di lavoro, ma anche in difesa della qualità e della sostenibilità generale del servizio, messa a repentaglio dai tagli e dalle attuali politiche del trasporto pubblico locale. Qualità dell’occupazione e qualità del servizio costituiscono due facce della stessa medaglia. Vogliamo evitare che siano i lavoratori a pagare il costo maggiore della riorganizzazione del servizio, in termini di turni più pesanti e disagevoli, riduzione del salario complessivo, taglio dei posti, minore agibilità sindacale. Ricordiamo che soprattutto i lavoratori provenienti da CPT hanno contribuito notevolmente, nel corso degli ultimi dieci anni, a migliorare la situazione aziendale aumentando molto la loro produttività. Chiedere loro ulteriori sacrifici non è possibile né accettabile, specialmente a fronte del mantenimento nella nuova società CTT Nord di ben sette direttori, ex amministratori delegati delle vecchie società, e di una riorganizzazione del servizio poco razionale e costosa, come nel caso del servizio di manutenzione e riparazione dei mezzi, che ha ripetutamente mostrato la corda nei mesi passati. Vogliamo anche scongiurare l’aumento dei biglietti: spesso presentata come unica alternativa per mantenere il servizio, una scelta del genere finisce per scoraggiare l’utilizzo del mezzo pubblico e dunque per aggravare i problemi di sostenibilità finanziaria, oltre a creare disagi per la cittadinanza.
A fronte di questa situazione complessa, crediamo che l’esperienza della CTT Nord vada esaminata criticamente, cogliendo l’occasione per una vera riorganizzazione ispirata alla qualità del servizio e alla salvaguardia del lavoro. Vogliamo veder chiaro nei bilanci della nuova società e nelle prospettive di sviluppo aziendale, incluso l’improrogabile rinnovo del parco mezzi. Crediamo vada riequlibrato il rapporto tra il socio privato (che detiene il 35% del capitale) e i soci pubblici, con l’obiettivo di dare a questi ultimi maggiori poteri di indirizzo e controllo, considerando che sono tra i principali finanziatori del servizio insieme agli utenti. Riteniamo infine fondamentale lanciare una riflessione vera e partecipata su come costruire un trasporto pubblico di qualità di area pisana, a livello di piano strutturale. Per dare da subito concretezza alle nostre intenzioni, abbiamo chiesto che la seconda Commissione consiliare di controllo, che si occupa tra l’altro delle società partecipate, incontri prima possibile in due incontri distinti sia i vertici della CTT Nord che i rappresentanti dei lavoratori. Abbiamo inoltre chiesto una riunione congiunta delle commissioni prima e quarta, che si occupano di ambiente e territorio e di bilancio, per discutere di come difendere e rilanciare con misure concrete il servizio pubblico a Pisa, senza colpire utenti e lavoratori. Crediamo che proprio sul terreno del trasporto pubblico locale si giochi una partita essenziale del futuro delle nostre città, sul piano della vivibilità, della sostenibilità ambientale e della buona occupazione. Bisogna lavorare per invertire la rotta, e non subire più scelte che penalizzano le fasce sociali più deboli, e che hanno a cuore più i profitti dei privati che la qualità del servizio pubblico.
una città in comune
Rifondazione Comunista