Lunedì 16 ottobre in occasione della discussione sulla variazione di bilancio abbiamo presentato un ordine del giorno per modificare in senso progressivo a Pisa l’imposta di soggiorno, l’imposta pagata dai clienti degli alberghi e delle altre strutture ricettive.
Questa imposta costituisce un’entrata significativa nei tributi locali così che significative sarebbero le maggiori entrate se l’imposta venisse attentamente rimodulata. La legge, il d.lgs23/2011, lascia discrezionalità ai comuni nella modulazione dell’imposta imponendo solo il valore massimo, 5 euro per notte, e che soddisfi “criteri di gradualità in proporzione al prezzo”.
L’attuale articolazione dell’imposta di soggiorno a Pisa non fa nessun riferimento al prezzo ma solo al numero di stelle o chiavi che indicano i servizi offerti dalle strutture; non solo, il valore massimo dell’imposta di soggiorno a Pisa è due euro.
L’attuale articolazione dell’imposta non risponde quindi a “criteri di gradualita’ in proporzione al prezzo” ovvero quella progressività stabilita dall’articolo 53 della Costituzione.
Abbiamo considerato che il divario tra le/i cittadini ricchi e poveri è aumentato notevolmente con la crisi così come il divario tra la capacità di stare sul mercato di piccole e grandi attività commerciali. Chi accetta di pagare un prezzo alto per una notte non risentirebbe dell’aumento dell’imposta che non avrebbe nessuna conseguenza sulle prenotazioni della struttura alberghiera, visto che oggi chi va in un albergo a 5 stelle paga appena 2 euro.
La nostra proposta di modifica basa invece l’articolazione dell’imposta di soggiorno, come avviene in altri comuni, Bologna per esempio, su aliquote progressive in proporzione al costo realmente applicato ai visitatori delle strutture ricettivo-alberghiere e non al numero di stelle o chiavi, con tariffe variabili da 0,5 a 5€.
Con la rimodulazione in senso progressivo dell’imposta il Comune potrebbe godere così di maggiori introiti da destinare alla difesa e al rilancio del patrimonio culturale, elemento cruciale per lo sviluppo della città e linfa vitale per le stesse strutture alberghiere.
Naturalmente quando si parla di strutture ricettive non si parla solo di alberghi ma anche della selva degli affitti di camere e appartamenti collocati attraverso le piattaforme informatiche come Airbnb.
Da quattro anni stiamo sollecitando il Comune affinché verifichi il versamento dell’imposta di soggiorno da parte delle strutture che sono su Airbnb. Tantissimi comuni in tutti questi anni hanno stipulato accordi con Airbnb perché l’imposta sia prelevata direttamente dalla piattaforma. Dal 2019 chiediamo che lo faccia anche il Comune di Pisa preparandosi nel contempo a stipulare accordi con le altre piattaforme che via via prendono piede. Di fronte all’assoluto immobilismo della Giunta Conti portiamo in consiglio comunale una proposta operativa urgente in questa direzione.
Infine, il nostro ordine del giorno prevede un piano sistematico e continuativo di dissuasione antievasione e di controlli rivolti alle strutture ricettive, che si avvalga anche di un’azione di promozione degli interventi a favore della cultura finanziati con tali proventi.
Ciccio Auletta – consigliere comunale Diritti in comune: Una città in comune- Unione Popolare