Ecco i nostri primi provvedimenti su tre scandali: case abbandonate alla stazione, Siticem e Excolorificio.
A Pisa sono migliaia e migliaia i metri cubi di patrimonio edilizio pubblico e privato, in particolare dei grandi immobiliaristi e costruttori, che sono volutamente lasciati vuoti e al degrado, tutto questo con il pieno assenso delle giunte prima di centrosinistra e oggi di centrodestra che hanno per di più consentito con varianti ad hoc ulteriori cementificazioni e speculazioni in tutti questi anni.
L’abbandono si traduce, invece in un impoverimento per la città e la sua comunità, l’incuria degli immobili genera degrado urbano.
Per noi è prioritario, invece, il recupero e il riuso di spazi. Grazie al riadattamento e alla trasformazione di edifici esistenti, le città saranno più sostenibili e resilienti, contribuendo all’aumento del benessere e della qualità della vita dei cittadini e delle cittadine, contribuendo all’inclusione sociale ed alla crescita economica, in una visione più ampia di economia circolare, come buona pratica per lo sviluppo sostenibile a livello urbano.
Proponiamo un modello che contemporaneamente agisca sul degrado urbano, renda non necessario il consumo di nuovo suolo, recuperi risorse finanziarie che diano l’opportunità alla cittadinanza di liberare energie ed idee per uno sviluppo sostenibile e innovativo della città.
Numerose le esperienze positive a livello europeo a cui fare riferimento. Come Bruxelles prevederemo l’introduzione di diversi strumenti di supporto ai proprietari di immobili (sussidi, consulenza legali, mediazione per uso temporaneo, ecc.) per incentivare il riuso di edifici inutilizzati. Come altre amministrazioni, dopo aver accertato lo stato di abbandono e di dismissione delle aree e/o degli edifici, diffideremo le proprietà ad eseguire urgentemente interventi di ripristino e messa in sicurezza e avviare un piano recupero. Prevederemo conseguentemente di applicare sanzioni e addebitare il costo di ripristino qualora il proprietario non intervenga: una sanzione di 200 euro al metro quadro abbandonato.
In caso di non pagamento e perseveranza nel comportamento antisociale si potrà attribuire ai beni un uso pubblico, magari attraverso patti di collaborazione garantendo la funzione sociale prevista dall’art. 42 della Costituzione.
Abbiamo preparato 3 esempi clamorosi rispetto a quello che faremo se amministreremo Pisa: il Palazzo Pampana alla stazione necessario per affrontare l’emergenza abitativa, l’Ex Colorificio in viale delle cascine e l’ex Siticem simboli di un patrimonio della cultura operaia di questa città. Solo con questi 3 immobili, se le proprietà si ostinassero a non riattivare gli edifici, il Comune di Pisa potrebbe recuperare oltre 4,5 milioni di euro da destinare alla rigenerazione urbana.
Pisa, 5 Maggio 2023
Una città in comune