Inchiesta KEU: con una staffetta da Empoli a Pisa chiediamo risposte e certezze sulle bonifiche delle aree contaminate dai fanghi di conceria

Una staffetta per la salute, per la bonifica dai fanghi contaminanti delle concerie, per la trasparenza.

Raccogliamo anche a Pisa l’invito alla mobilitazione lanciato dall’Assemblea permanente No KEU che il 2 ottobre scorso, insieme alle abitanti e agli abitanti della SR 429, ha organizzato una biciclettata nelle aree contaminate per riaccendere i riflettori su uno scandalo di proporzioni inaudite nella nostra regione. Inchiesta che ha messo in evidenza un intreccio tra politica, mafia ed imprenditoria su cui non si può abbassare la guardia. Uniamo così le nostre voci a quelle che in tutti questi mesi si sono mobilitate.

E’ passato un anno e mezzo da quando è emersa pubblicamente l’inchiesta KEU e a distanza di 18 mesi ci sono poche ed insoddisfacenti risposte rispetto ad un sistema grazie al quale i fanghi di conceria non venivano depurati ma spanti in diversi terreni con l’intervento della criminalità organizzata e il beneplacito di amministratori locali e regionali. Il ritorno per tutti questi attori è stato il profitto, il risultato per la popolazione e l’ambiente è la contaminazione di una serie di aree in tutta la provincia.

A Pisa, grazie ad una nostra interpellanza, è emerso che la bonifica dell’area ex-Vacis interessata dalla contaminazione non solo non era mai partita, ma era ed è anche ad oggi del tutto bloccata: il Tar aveva annullato l’ordinanza comunale che, su disposizione dell’Arpat, imponeva ai proprietari dell’area la rimozione degli inquinanti. Addirittura, Comune di Pisa e Arpat erano stati condannati al pagamento delle spese legali. Eppure, erano stati riscontrati valori di cromo 50 volte superiori ai limiti (2.683 microgrammi/litro rilasciati in soluzione da materiali solidi contro i 50 ammessi). Per i solfati, erano stati registrati fino a 1.655 milligrammi/litro contro i 250 concessi. A seguito della sentenza del Tar, a giugno abbiamo chiesto a sindaco e giunta se l’amministrazione comunale volesse opporvisi, quali intenzioni avessero Arpat e Regione Toscana, se il Comune volesse farsi carico della rimozione dei contaminanti o intendesse farne richiesta ad altri enti (es. la Regione), e quali fossero i tempi previsti. Avevamo anche chiesto di portare urgentemente la questione in commissione consiliare con l’audizione della Avvocatura civica e dello stesso sindaco

Anche a Pontedera la situazione è grave: abbiamo raccolto oltre 100 firme e minacciato esposti alla Procura della Repubblica, ma ancora non conosciamo tempi, condizioni e modalità di una bonifica parziale e ancora in corso. Nel sito da cui l’inchiesta è partita, il Green Park, dopo 2 anni di silenzi, giustificati dal sindaco con la scusa delle indagini in corso, adesso si tenta di concludere la rimozione degli inquinanti ammucchiandoli non si sa per quanto a bordo cantiere, in terreni che non sono stati nemmeno impermeabilizzati per anni e nei quali solo ora compaiono teli e coperture.

A Santa Croce il Pd, da sempre al governo, apre bocca poco e solo per bollare le critiche e le richieste di trasparenza come un danno d’immagine per il distretto del cuoio, riproponendo il ricatto occupazionale e parlando di una possibile insussistenza giuridica di un “sistema” paramafioso tutto locale.

Ma se anche emergesse “solo” la presenza “esterna” della ‘ndrangheta quale risolutore di problemi di un distretto in cui il rifiuto è diventato una merce, questo significherebbe in ogni caso che esiste una filiera che opera nell’alveo della legalità, approfittando di scarsi controlli e anticorpi. La permeabilità agli affari delle organizzazioni criminali sarebbe quindi “naturale”. E’ una cosa positiva?

Intanto, ad oggi le sostanze inquinanti a Pisa come nella totalità degli altri siti civili sono ancora lì e le nostre domande, semplici e dirette, continuano a non ricevere la benché minima risposta, né vengono calendarizzate audizioni che a Pisa chiediamo già quasi da 6 mesi.

Le lungaggini, i troppi “non detti” delle istituzioni, sono l’ennesima dimostrazione della necessità di non abbassare la guardia. Ecco perché abbiamo aderito alla staffetta No KEU.

Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista

Questo slideshow richiede JavaScript.

Condividi questo articolo

Lascia un commento