Visto l’articolo 1 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, recante “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, che ha istituito il Reddito di cittadinanza, quale misura di politica attiva del lavoro a garanzia del diritto al lavoro, di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale
Visto il Decreto-Legge 4 maggio 2023, n. 48 Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro che, in sostituzione del Reddito di Cittadinanza istituisce l’Assegno di Inclusione Sociale definito come “misura nazionale di contrasto alla poverta’, alla fragilita’ e all’esclusione sociale delle fasce deboli”.
Considerato che per le persone considerate “occupabili” – quelle che il governo non ritiene particolarmente vulnerabili – è prevista invece un’altra misura chiamata Supporto per la formazione e il lavoro, che prevede un contributo di 350 euro al mese, per massimo 12 mesi, erogabili per potenziali beneficiari con un Isee non superare ai seimila euro, i quali devono partecipare a programmi di formazione e progetti di pubblica utilità.
Visto l’art 2 del decreto legge 4 maggio 2023, n. 48 che inserisce tra i beneficiari dell’Assegno di Inclusione Sociale ( non occupabili) i nuclei familiari che abbiano almeno un componente con disabilità, minorenne, con almeno 60 anni di età, in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
Visto altresì che che come previsto dal decreto lavoro (articolo 13, comma 5), il limite di 7 mensilità non si applica ai percettori per i quali viene comunicata all’INPS la presa in carico da parte dei servizi sociali, che potranno continuare a ricevere il sussidio fino al 31 dicembre.
Vista la circolare n. 61, pubblicata il 12 luglio, dell’INPS che ha fornito tutti i dettagli sulla sospensione del sussidio e i requisiti per continuare a riceverlo fino alla fine dell’anno.
Vista la comunicazione inviata dall’Inps ai percettori del reddito di cittadinanza ritenuti potenzialmente occupabili perché appartenenti a nuclei famigliari privi di componenti disabili anziani o minorenni in cui si comunica che la sospensione del beneficio può essere revocata grazie alla presa in carico del servizio sociale
Considerata l’assenza di linee guida chiare che individuino le modalità di accesso ai servizi e i processi di presa in carico.
Visto che con le nuove misure il modello di microsimulazione della Banca d’Italia stima che, per le famiglie di residenti di nazionalità italiana, l’introduzione dei requisiti anagrafici e dei nuovi requisiti economici previsti dal Decreto Legge n. 48/2023 riduca la platea dei nuclei beneficiari dell’Assegno di inclusione di quasi il 40 per cento rispetto a quella del Reddito di cittadinanza
Visto inoltre che l’Osservatorio INPS su reddito e pensione di cittadinanza (maggio 2023) rileva che nel periodo gennaio-aprile 2023 le famiglie beneficiarie di almeno una mensilità del RdC siano stati 1.135.651 per un numero di persone pari 2.555.919, tra l’altro molto meno degli individui stimati dall’Istat in condizione di povertà assoluta (5,6 milioni di individui).
Considerato che la maggioranza degli occupabili presenta un’età compresa dai 49 ai 59 anni, una disoccupazione di lunga durata, con una storia lavorativa discontinua e competenze generiche, e che secondo l’ANPAL (2022) il 72,8%, dei beneficiari del RdC soggetti al patto per il lavoro (non rinviati ai servizi sociali) non ha mai avuto un contratto di lavoro subordinato o para-subordinato negli ultimi 3 anni
Ritenuto quindi che le misure di contrasto alla povertà siano gravemente insufficienti e che i cambiamenti d escritti avranno come effetto lìaumento delle povertà, in costante crescita dalla pandemia
Visto il mancato raggiungimento del Livello Essenziale delle Prestazioni sociali che prevedono al primo punto la dotazione di un assistente sociale per ogni 5000 abitanti
Vista la gravissima carenza nella programmazione che vede la Zona Pisana priva di un Piano di Contrasto alla Povertà, dell’Osservatorio e del Tavolo di coprogrammazione e coprogettazione
Viste le criticità ravvisate nella presa in carico dei percettori del Reddito di Cittadinanza con particolare riferimento al potenziamento delle equipes multidisciplinari per la presa in carico di situazioni complesse
Si chiede al sindaco e alla giunta
- Quali siano le modalità di accesso, valutazione e di presa in carico delle persone alle quali è stato sospeso il reddito di cittadinanza.
- La previsione delle misure di potenziamento dei servizi sociali con particolare riferimento all’aumento della dotazione organica dei Comuni in modo da raggiungere il Leps di un assistente sociale ogni 5000 abitanti e poter fruire del contributo statale pari a 40.000 per ogni assunzione a tempo indeterminato di assistenti sociali.
- L’Attuale rapporto assistente sociale / abitanti.
- La presenza di protocolli operativi utili a formalizzare le collaborazioni alla base delle equipe multidisciplinari e della collaborazione con i servizi specialistici.
- La presenza di accordi istituzionali per l’integrazione con gli altri enti, con particolare riferimento ai Centri per l’Impiego
- In relazione alla presa in carico dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza
- Numero di analisi preliminari svolte
- numero di quadri di analisi effettuati
- numero di valutazioni multidimensionali attivate
- numero di patti di inclusione sociale semplificati e descrizione dei sostegni effettuati
- numero di patti di inclusione complessi definiti dalle equipe multidisciplinari
- numero di invii ai servizi specialistici
- numero e tipologie di sostegni attivati
- modalità di verifica e di follow up rispetto all’attuazione dei percorsi di inclusione sociale con particolare riferimento ai sostegni e agli impegni previsti e tipologia di indicatori adottati
- numero di PUC ( Progetti Utili alla Collettività) avviati.
Francesco Auletta- Diritti in comune: Una città in comune- Unione Popolare