La rivoluzione delle città toscane

martedì
26 giugno 2018
Testata:
CORRIERE FIORENTINO
Pagina:
1-2

Festa, a. Pisa, a Siena e Massa, perla, svolta, storica che ha, travolto il Pd. Rossi: «Una disfatta, per tutta la, sinistra, creiamo il partito dei lavoro»

Il centrodestra ora governa la maggioranza dei capoluoghi. Comincia la battaglia per Firenze e per la Regione

Il Pd perde ai ballottaggi Massa, Pisa e Siena, tutte andate al centrodestra, e per la prima volta va in minoranza nel governo dei capoluoghi

Primo piano

Il giorno dopo i ballottaggi che hanno consegnato Massa, Pisa e Siena al centrodestra, il Pd piange ed ammette la sconfitta netta, mentre Lega ed alleati esultano perché «la Toscana rossa non esiste più». Cifre alla mano oggi il Pd amministra solo tre dei dieci capoluoghi di provincia (Firenze, Prato e Lucca), un fatto inimmaginabile appena due anni fa. E la «battaglia per Firenze» del 2019 è già iniziata, come anche quella per la Regione dove si voterà nel 2020. Intanto il Pd, spaccato tra correnti, litiga sulla data del congresso e su come superare la debacle, e la Lega traina il centrodestra.

La fotografia del momento politico è data anche dai tempi dei commenti, istantanei per la coalizione di centrodestra, arrivati solo nel pomeriggio di ieri dal Pd regionale con uno dei tre reggenti, il portavoce Marco Recati, renziano. Nel mezzo la richiesta di Enrico Rossi di «superare Pd e LeU» dopo la «disfatta» per «un partito nuovo della sinistra e del lavoro», e le parole dei renziani doc Andrea Marcucci «si perde anche senza Renzi» e Luca Lotti: «Non apriamo processi sommari».

Per il centrodestra è la vittoria del «Patto della gricia», dal pranzo romano di aprile tra Stefano Mugnai (Fi), Claudio Borghi e Manuel Vescovi (Lega) e Giovanni Donzelli (FdI) che ha portato unità nella coalizione, anche se Fi soffre la leadership leghista. «Ora si va alla conquista della Regione Toscana? Un passo alla volta, niente trionfalismi e piedi ben puntati a terra ma anche forte soddisfazione per un risultato elettorale ottenuto nonostante un linciaggio politico e mediatico», dice il leader della Lega Matteo Salvini. «Nel centrodestra la Lega è forza trainante e decisiva dice il segretario toscano del Carroccio, Manuel Vescovi Non dobbiamo minimamente cullarci sugli allori: nel 2019 si voterà a Firenze, Prato e Livorno, senza dimenticare la Regione nel 2020». Se la Lega ha scelto i candidati di Pisa e Massa, a Siena, dove la vittoria del centrodestra era meno probabile, è stato il coordinatore toscano di Forza Italia, Stefano Mugnai, ad avere un ruolo decisivo: «Con il centrodestra unito, dal 2015 abbiamo preso Arezzo, Grosseto, Pistoia e ora altri tre capoluoghi spiega Mugnai. Noi siamo determinanti e le coalizioni o sono necessarie per vincere». «La Toscana? Da feudo rosso a Caporetto rosso dice Donzelli Il Pd perde per il disastro nazionale, ma anche perché abbiamo saputo capire i problemi delle città al voto e fare proposte». «Ci prenderemo la Regione fa eco il sindaco leghista di Cascina, Susanna Ceccardi, possibile candidata governatore Io mi metto a disposizione per qualsiasi cosa, anche se mi mandano in Corea del Nord a battere i comunisti».

In casa Pd molti chiedono il congresso subito, come la consigliera regionale Monia Monni, ma Recati ribadisce che non ci saranno accelerazioni: «Conferenza programmatica il 14 luglio e congresso in autunno».

Durissimo Valerio Fabiani, orlandiano, che pur essendo uno dei reggenti regionali prende le distanze da Recati e attacca: «Venerdì due terzi dei dirigenti del Pd si sono chiusi in una stanza per parlare di candidature al congresso, mentre la Toscana ci franava addosso. Sembrano l’orchestra del Titanic». Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, auspica che il nuovo segretario sia un consigliere di Palazzo Panciatichi. E Antonio Mazzeo, ex vicesegretario: «Gli elettori hanno sempre ragione, sconfitte così brucianti sono solo colpa nostra. Ripartiamo dall’ascolto».

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