La scure di Toninelli «Tav e pista da rivedere»

giovedì
21 giugno 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
5

GRANDI OPERE

FIRENZE

Prima era uno stop ipotetico, progetti crocettati su un dossier spedito a Roma dalle truppe regionali del Movimento. Ora c’è il suo sigillo del governo gialloverde, un quasi niet alle grandi opere della Toscana. Dopo la frenata di Giacomo Giannarelli, anche Danilo Toninelli congela la Tav fiorentina e soprattutto l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze. Anzi, quella del ministro delle Infrastrutture sembra quasi una pietra tombale su progetti su cui il Pd e il governatore Enrico Rossi in questi anni avevano puntato tutto per lo sviluppo della Toscana.

I siluri di Toninelli piombano sulla Toscana dal question time alla Camera. «Il mio obiettivo è quello di riesaminare in tempi brevi le diverse grandi opere per individuare quelle necessarie e buone per i cittadini, che dovranno quindi essere concluse», dice all’inizio e sembra lasciare uno spiraglio. Ma poi sulla Toscana è più netto. Sul tunnel Tav e la stazione Foster che dovrebbe accogliere i super treni in alternativa a Santa Maria Novella a Firenze, «il Ministero si riserva di valutare proposte alternative». Troppi rischi per l’impatto sulle bellezze della culla del Rinascimento, fa capire Toninelli, tanto che città perfino una lettera-allarme dell’Unesco del 2014 «tenuta nascosta per oltre un anno» dal Pd e dal governo renziano della città. Su Peretola e l’ipotesi della pista lunga è ancora più chiaro: «Anche in questo caso registriamo le tante perplessità sugli impatti dell’opera, soprattutto in relazione alle traiettorie di volo molto vicine al centro storico di Firenze, dunque si rifletterà sulle giuste opere infrastrutturali da realizzare per consentire la migliore integrazione con lo scalo di Pisa». E chi ci ha parlato, sa che il ministro ipotizza un treno veloce fra Firenze e Pisa che potenzi elegga il Galilei a aeroporto principale. Posizioni che scatenano la maggioranza di governo in regione. «Toninelli non sa di cosa parla, lo scalo ferroviario per l’alta velocità serve ai pendolari, non è vero che farebbe risparmiare solo 5 minuti», tuonano Serena Spinelli e MoniaMonni, capogruppo di Mdp in consiglio regionale la prima, e vice capogruppo Pd la seconda. «La posizione del M5S è pericolosa». Non solo. Rischierebbe di diventare un gigantesco boomerang per i pentastellati. Sulla Tav si è già investito un miliardo di euro. I cantieri rischierebbero di diventare monumenti allo spreco. Ma il ministro sembra aver già deciso: «È un’opera vista da molti come molto impattante dal punto di vista delle bellezze storiche e naturalistiche. Consentirebbe un risparmio di tempo sulla tratta Roma-Milano di appena 5 minuti. E stando a uno studio di Rfi, datato 2016, la nuova stazione, data la sua posizione, sarebbe usata dal 15% di viaggiatori in meno rispetto a Santa Maria Novella». Non solo. Sulla nuova stazione, spiega, manca ancorala Valutazione di impatto ambientale. E se il ministro 5 Stelle incassa il placet dei comitati della, si solleva l’assessore alle infrastrutture della Toscana Vincenzo Ceccarelli: «Faccio notare a Toninelli che la rivalutazione progettuale è già stata portata a termine dai soggetti proponenti, in collaborazione con Regione e Comune di Firenze, proprio in seguito allo studio di Rfi cui il ministro fa riferimento. E si conclusa con la riconferma della validità e della necessità dell’intervento». Toninelli rassicura e tira dritto: «Gli approfondimenti mirano ad evitare lunghi contenziosi e spreco di risorse pubbliche, partendo dall’analisi costi-benefici di ogni singola opera».

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