L’amministrazione pisana non rispetta le decisioni del consiglio comunale: fa acqua da tutte le parti!

Ieri 18 Aprile, si è riunita la conferenza territoriale del basso Valdarno per votare il nuovo metodo tariffario transitorio proposto dall’AEEG (Autorità Energia Elettrica, Gas e Acqua). Con il voto favorevole di 25 sindaci (tra cui quello dell’amministrazione di Pisa tramite l’assessore Viale) su 29 presenti, è stato dato il via libera alla nuova tariffa che reintroduce la remunerazione del capitale investito sotto altro nome.

Questo voto è una scelta tutta politica e non obbligata, visto il potere solo consultivo delle conferenze territoriali e la recente votazione della conferenza territoriale dell’alto Valdarno che ha respinto il nuovo metodo di tariffazione sull’acqua. Ci troviamo davanti ad un ulteriore schiaffo dato alle centinaia di migliaia di cittadini toscani e pisani che dal giugno 2011, con il voto per i referendum, hanno manifestato la volontà di togliere i profitti all’acqua.

L’amministrazione pisana, che ha avuto un peso determinate esprimendo parere positivo all’accoglimento della nuova tariffa, ha tradito, inoltre, la mozione del consiglio comunale approvata pochi giorni fa che invitava il sindaco a respingere il nuovo sistema proposto dall’AEEG.

Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una violazione gravissima dei principi democratici ed istituzionali; violazione messa in atto da un’amministrazione che a parole richiama spesso i valori della Costituzione ed il rispetto delle regole, ma che sul tema dell’acqua pubblica li ha violati ripetutamente. Il mancato rispetto del mandato consiliare è un’ulteriore dimostrazione del concetto di democrazia dell’amministrazione.

Da parte nostra percorreremo tutte le strade perché si sani questa ulteriore ferita con una giunta che se ne infischia di quanto deciso dall’assemblea elettiva. Ormai le maschere sono cadute, così come si sono dimostrati inutili gli appelli al rispetto della mozione, un rispetto che per noi era obbligatorio e non facoltativo. Su questo tema e sulle scelte maturate ieri a San Miniato, “una città in comune” e Rifondazione Comunista ribadiscono l’assoluta differenza e lontananza dalle politiche della coalizione che sosterrà la ricandidatura del sindaco Filippeschi.

una città in comune
Rifondazione Comunista

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