Legare l’accesso agli asili comunali alla durata della residenza è discriminazione: delibera in contrasto con la Costituzione venga subito ritirata

Il Documento unico di programmazione (DUP), adottato dalla giunta Conti e collegato al bilancio comunale in discussione la prossima settimana, contiene evidenti e pesanti misure discriminatorie in contrasto con la nostra Costituzione, con il diritto dell’Unione Europea e con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Spicca tra tutte la revisione delle modalità di accesso ai nidi d’infanzia, con l’introduzione di un “criterio premiante per l’assegnazione del posto a chi è residente da più anni nel Comune di Pisa”.

Che si tratti di una misura discriminatoria, in contrasto con normative nazionali ed europee di rango superiore, lo attesta adesso il parere legale che abbiamo richiesto all’Altro Diritto ONLUS, il Centro di Consulenza Extragiudiziale collegato all’Università degli Studi di Firenze. In particolare, secondo gli esperti de L’Altro Diritto, introdurre la durata di residenza nel Comune come requisito premiante costituisce una discriminazione indiretta: non si esclude direttamente una categoria di persone, ma la si svantaggia indirettamente introducendo un criterio arbitrario o un indebito ostacolo all’accesso. La Corte Costituzionale ha affermato più volte che le prestazioni sociali destinate al sostentamento della persona, o comunque volte a garantire dei bisogni fondamentali, non possono subire limitazioni di alcun genere, né in base alla nazionalità, né in base al titolo di soggiorno, né – e questo è il caso del DUP – pretendendo requisiti sproporzionati di lungo residenza nel territorio. In sintesi: in materia sociale deve sempre prevalere la soddisfazione del bisogno, la cui urgenza è misurata da indicatori di reddito e da altri indici della condizione sociale e personale, e non la durata della residenza nel Comune.

Ancora una volta l’odio della Lega contro gli stranieri si dimostra per quello che è: mera propaganda, che finisce col colpire indiscriminatamente italiani e stranieri a basso-medio reddito, magari con lavori precari, che si sono trasferiti da poco in città. Una misura che rischia di allontanare le giovani coppie con figli da Pisa, spingendole verso comuni limitrofi che non hanno questo requisito discriminatorio. Tale provvedimento, inoltre, si andrebbe a sommare ad altri già esistenti (in materia di emergenza abitativa, bonus idrico, bonus Tari e bonus maternità) che già discriminano sulla base della durata di residenza. Per contrastare la crescita drammatica delle diseguaglianze, causata dalle politiche economiche e sociali adottate dal centro-destra e dal centro-sinistra negli ultimi decenni, abbiamo bisogno di forti investimenti pubblici nelle politiche sociali, educative e abitative, e forti misure redistributive, ispirate ad una fiscalità realmente progressiva: non provvedimenti propagandistici come questi, che puniscono chi ha bisogno ma vive da meno tempo nel territorio.

Chiediamo che questa delibera della Giunta, in contrasto con le norme costituzionali, sia ritirata e venga modificata eliminando tutti i profili discriminatori segnalati da L’Altro Diritto. Sarebbe inaudito che un Consiglio comunale votasse un atto contro i principi della nostra stessa carta fondativa. Da parte nostra, abbiamo già depositato vari emendamenti per eliminare dal DUC ogni profilo discriminatorio: oltre a quanto previsto per gli asili nido, è ugualmente illegittima anche la richiesta di un certificato di impossidenza a carico dei soli stranieri per l’accesso alle case popolari. Data la rilevanza della questione, alla luce del parere legale de L’Altro Diritto ONLUS, abbiamo inviato oggi una comunicazione al Prefetto di Pisa, affinché prenda visione dei profili discriminatori presenti nel DUC e assuma le decisioni del caso, per evitare che le linee strategiche del Comune di Pisa siano ispirate a posizioni incostituzionali.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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