Da anni la scuola è svalutata e privata di risorse, considerata più come un costo che come un investimento per lo sviluppo di una società libera ed uguale. Lo dimostrano i tagli di oltre 7 miliardi di euro in tre anni decisi dal governo Draghi. Oggi la scuola viene pensata e organizzata prevalentemente come un’agenzia di formazione al lavoro, un lavoro nella realtà dei fatti sempre più povero, precario e insicuro.
Noi assumiamo il principio fondamentale della Costituzione, secondo cui la Repubblica promuove il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla vita economica, politica e sociale del Paese. La scuola è l’istituzione che meglio può contribuire al raggiungimento di questo obiettivo. Pensiamo che la scuola debba promuovere quella coscienza critica che permette di esercitare la sovranità perseguendo ideali di democrazia e solidarietà.
Il sistema scolastico nel suo complesso deve fornire gli strumenti affinché le nuove generazioni possano costruire una società meno disuguale di quella attuale.
Paradossalmente, proprio mentre viene privata di risorse, alla scuola sono addossate responsabilità sempre maggiori in ambiti che non le competono direttamente, ed è costretta a farsi carico di un disagio psicologico e sociale crescente che essa non ha le strutture per poter affrontare. I recenti finanziamenti del PNRR, volti alle nuove tecnologie di digitalizzazione senza una proporzionata attenzione alla formazione del personale docente e alla qualità degli edifici scolastici, sono solo un esempio di un modello di scuola che guarda al mercato anziché alle reali esigenze del mondo dell’istruzione.
L’onere educativo spetta in realtà alla comunità nel suo complesso. In questo, gli enti locali possono avere un ruolo centrale per supportare e integrare positivamente la funzione della scuola.
Le proposte di una Città in Comune per una amministrazione integrata con la comunità educante vanno dall’istituzione di un Fondo straordinario contro la dispersione scolastica, destinato all’acquisto di materiali scolastici e libri di testo, alla creazione di Centri Infanzia Adolescenza e Famiglia nelle aree a maggior rischio, finalizzati ad una reale inclusione scolastica, attraverso il potenziamento della mediazione linguistica e dei servizi educativi per gli alunni con disabilità.
Il nostro messaggio di centralità della scuola partirà da un massiccio investimento per la cura degli edifici scolastici. Il comune sarà soggetto attivo nella promozione di percorsi per la formazione di cittadine e cittadini consapevoli nell’ottica della convivenza e del rispetto delle persone, del contrasto al bullismo, dell’educazione ambientale, alla pace e alle differenze. Sarà realizzato un Osservatorio sulle attività di PCTO (una volta Alternanza scuola-lavoro) per verificare eventuali irregolarità e controllare il rispetto della normativa sulla sicurezza. Le misure per ridurre l’uso dell’automobile e intensificare il trasporto pubblico e la mobilità pedonale e ciclistica favoriranno l’accesso alle scuole per chi vive nei quartieri periferici della città o in altri comuni, nel quadro della realizzazione di una mobilità sostenibile attraverso il trasporto pubblico locale, le piste ciclabili e i percorsi pedonali.
Votare Una città in comune è un primo passo per un radicale cambiamento anche nel mondo della scuola.
Cristina Pardini, candidata una città in comune
Nicola Feo, candidato una città in comune