Lettera aperta alla cittadinanza pisana
Una biblioteca è Viva solo quando è Aperta:
no alla riduzione dell’orario di apertura della Biblioteca SMS
Martedì 19 novembre, nel corso dell’assemblea sulle politiche culturali che si è tenuta al Centro espositivo SMS, l’assessore Pierpaolo Magnani ha dichiarato che la Biblioteca comunale SMS, già da tempo in sofferenza, è destinata a subire una riduzione certa degli orari di apertura a causa dell’imminente pensionamento di un numero consistente dei dipendenti attualmente impiegati, per i quali – ha affermato – non è al momento prevista alcuna sostituzione. Come spesso accade in questi casi, l’annuncio della riduzione dei servizi è stato prospettato come provvisorio: l’assessore, per tranquillizzare la platea, ha infatti puntualizzato che l’anno prossimo verrà indetto un concorso pubblico per nuove assunzioni presso il Comune di Pisa: alla fine delle procedure concorsuali (che non saranno comunque brevi) l’organico della Biblioteca potrebbe di nuovo crescere.
La pillola non ci tranquillizza e non addolcisce affatto la gravità della notizia. Troppe volte abbiamo sperimentato come un servizio, dopo un periodo di erogazione a singhiozzo, finisca per essere percepito dai cittadini come secco e non più aderente alle proprie aspettative: la disaffezione della comunità, accompagnata spesso da un senso di rassegnazione, porta alla fine ad accettare come fatto compiuto la cancellazione progressiva di quanto offerto in precedenza. Non è forse stato questo il destino della Biblioteca provinciale? Il quel caso il personale fu assorbito dall’Università di Pisa e, a partire da gennaio 2018, la collezione documentaria ha ripreso timida vita presso le Officine Garibaldi, sotto la gestione di una cooperativa. Purtroppo, tuttavia, bisogna riconoscere che non si tratta più di una biblioteca in espansione, capace di intercettare i bisogni informativi della comunità di utenti per la quale era nata. Il consorzio guidato dalla Paim ha operato alcune scelte discutibili sulla gestione del patrimonio librario (pubblico) della provinciale. Buona parte delle riviste, inoltre, non è più consultabile e siamo in attesa di capire che fine farà.
Desta perplessità anche l’intenzione, sempre espressa dall’assessore, di spostare presso il Centro espositivo di San Michele degli Scalzi alcuni servizi e attività al momento erogati presso la Biblioteca SMS: è vero che i due edifici sono adiacenti e gli spazi della SMS Biblio sono ristretti, ma è concettualmente pericoloso pensare di separare le collezioni dalle attività che si svolgono attorno ad esse. Una biblioteca pubblica non è una semplice raccolta di libri, riviste e DVD o un luogo dove si va a studiare, ma offre un’intera gamma di servizi strutturati che devono essere programmati e monitorati da personale qualificato: contatti con le scuole, promozione alla lettura per i bambini a per le fasce più deboli (persone anziane, persone ammalate o con disabilità, carcerati), educazione alla diversità e alla multiculturalità, gestione dei documenti digitali (quotidiani online, e-book). La biblioteca è come un organismo vivente, non è la somma di tanti moduli componibili che possono essere asportati dal corpo principale senza lasciare conseguenze.
Dispiace che questi concetti di base non siano compresi dalla nostra amministrazione. Proprio quest’anno si celebrano i 25 anni del Manifesto IFLA/Unesco delle biblioteche pubbliche, recepito in tutto il mondo, che definisce con grande chiarezza le finalità e le caratteristiche di una biblioteca pubblica. Un altro documento molto importante, pubblicato nel 2002, definisce le linee guida per lo sviluppo delle biblioteche pubbliche.
“Una biblioteca pubblica è un’organizzazione istituita, sostenuta e finanziata dalla comunità, tramite l’amministrazione locale, regionale o nazionale, oppure tramite altre forme di organizzazione collettiva. La biblioteca fornisce l’accesso alla conoscenza, all’informazione e alle opere dell’immaginazione tramite una gamma di risorse e di servizi ed è aperta equamente a tutti i membri della comunità senza distinzione di razza, nazionalità, età, genere, religione, lingua, disabilità, condizione economica e lavorativa e grado di istruzione”.
Come sostiene Antonella Agnoli nel suo “Caro sindaco, parliamo di biblioteche” (2011), la biblioteca pubblica deve essere considerata un presidio del territorio, alla pari del pronto soccorso o della caserma dei pompieri. Realizzare biblioteche belle, accoglienti, ricche di materiali e di servizi offerti alla cittadinanza non solo è possibile ma è necessario.
Peraltro, che investire sulle biblioteche pubbliche risponda ad una precisa scelta politica lo dimostra la lettura del piano del personale, stilato dall’amministrazione comunale di Pisa per gli anni 2019/2021. Dal piano si evince chiaramente che anche le assunzioni vengono effettuate secondo la logica della propaganda della destra, tutta concentrata sulle consuete parole d’ordine: “sicurezza e decoro”. Si assumono quasi esclusivamente agenti della Polizia Municipale, dotandoli di manganello e spray al peperoncino mentre si lasciano praticamente scoperti interi servizi per i cittadini e le cittadine disinvestendo da settori nevralgici quali: gli uffici decentrati, l’ufficio casa, la biblioteca, i servizi educativi. Le domande sorgono dunque spontanee: perché non si è scelto di assumere per tempo nuovo personale per la Biblioteca comunale, pur sapendo del suo numero già sottodimensionato e dei prossimi pensionamenti? Quali sono le reali garanzie contenute nel piano di assunzioni che la Giunta sta elaborando?
Una biblioteca pubblica con i suoi servizi costituisce un investimento a lungo termine per la comunità e dovrebbe essere finanziata in modo appropriato e pianificato. Permetteremo che la nostra Biblioteca SMS, inaugurata nel marzo 2013 con tante speranze, venga pesantemente dequalificata e abbandonata al proprio destino nell’indifferenza generale?
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile