Liberare le piazze dalle auto: lo scempio di San Sisto, San Sepolcro e San Martino

San Sisto, San Sepolcro, San Martino. Tre gioielli della nostra città, tre bellissime chiese con le relative piazze, che a malapena si percepiscono perché gli spazi antistanti sono occupati dalle auto.

Si tratta di monumenti unici nel loro genere che rappresentano, come nel caso di San Sisto, momenti storici di grande importanza culturale per la città. Le piazze che le circondano dovrebbero essere utilizzate per valorizzarne al meglio la fruizione ed offrire al passante, sia esso turista o residente, un luogo di riposo, bellezza e cultura a disposizione di tutti.

Siamo da sempre convinti sostenitori della necessità di un cambiamento radicale della mobilità, che porti ad un drastico taglio al numero di auto circolanti. Nel centro storico questo necessario cambiamento assume una valenza che va oltre la riduzione delle emissioni e la sicurezza stradale: restituire la bellezza rubata, la vivibilità degli spazi, ovvero la qualità dell’ambiente urbano. In questo stesso quadro rientrano ad esempio le nostre proposte di chiudere il Ponte di Mezzo alle auto e di andare verso una progressiva e rapida chiusura al traffico privato dei Lungarni.

Si parla tanto di Pisa città della cultura, di valorizzazione del patrimonio dei beni culturali ma non si prendono questi provvedimenti necessari a valorizzarli. Naturalmente per farlo occorre un diverso piano della sosta per i residenti nelle zone centrali di Pisa, garantendo e migliorando il diritto alla mobilità, ma avendo come obiettivo chiaro quello di liberare queste tre piazze rendendo finalmente fruibili questi spazi e la loro bellezza. Non si tratta per altro di grandi numeri di posti auto, e siamo convinti che si possano trovare soluzioni alternative che non ricadano sulle spalle dei residenti, se non per il cambio di alcune abitudini, ma che renderebbero certamente Pisa più bella ed accogliente.

Al contrario la giunta Conti, fuori dal tempo e dalla storia, rilancia la costruzione di migliaia di metri quadrati di parcheggi saturando ancora la città, cementificando aree verdi e incentivando uso dell’auto privata: esattamente l’opposto di ciò che andrebbe fatto. Ad esempio come nel caso dell’ex distretto militare, per cui la giunta ha dato il via libera ad un piano attuativo che aumenterà il carico urbanistico e il traffico con effetti peggiorativi della qualità della vita nel quartiere di San Martino, perdendo così un’occasione storica di realizzare un vero parco urbano in centro storico e di una riqualificazione di spazi nell’interesse della collettività che avrebbe potuto ridare vita anche alla stessa Piazza San Martino.

La nostra proposta è esattamente antitetica e la porteremo avanti anche in consiglio comunale nelle prossime settimane.

Una città in comune

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