Mille euro in meno al mese ma è stato giusto toglierle

domenica 10 agosto 2014, TIRRENO Pagina: 3

Mille euro in meno al mese ma è stato giusto toglierle

Parlano i baristi di Montagnoso che hanno scelto di rinunciare alle videolottery «Per noi erano soldi rubati. Ora c’e chi viene apposta a farci i complimenti»

di Giovanna Mezzana

E’ passato quasi un anno da quando Antonio e Eugenia Vannucci, titolari del Nuovo Bar Bonotti di Montignoso, piccolo comune apuano che sfuma nella Versilia storica, hanno eliminato le slot dal loro locale. «Ci ho rimesso l’affitto, circa 900-1.000 euro al mese – dice Eugenia – ma non torno indietro».
«Abbiamo perso un discreto contributo – aggiunge il marito – tenuto conto che oggi serve tutto».
«Ma per me non era un guadagno: erano soldi rubati» ribatte Eugenia, promotrice dell’iniziativa. Oltre al mancato incasso, hanno anche perso clienti; il loro bar si trova a pochi minuti in auto non da una, ma da due sale videolottery: scendendo verso il mare dal centro della cittadina.
Un giorno un cliente è svenuto: è stata la goccia ora ci conoscono in tanti, leggono di noi su internet
contra andando in direzione Versilia, l’altra in direzione Massa. Di clienti, però, ne hanno anche acquistati. C’è la gara ad andare a prendere il caffè da loro.
La scelta “di coscienza” dei coniugi Vannucci ha infatti colpito positivamente la piccola comunità proprio perché non è a costo zero: «Ci hanno rimesso del loro» dice un cliente. Antonio e Eugenia «hanno fatto più di quanto farebbero mille prediche dal pulpito di un altare», aggiunge un conoscente, credendo di interpretare il sentimento della coppia, che se dovesse scegliere tra la parrocchia o la casa del popolo – qui si ragiona ancora in questi termini – sceglierebbe probabilmente la seconda. Tra i colleghi baristi c’è chi invece a entrambi dice: «Siete dei fessi».
L’autunno scorso. Antonio ed Eugenia non ne possono più di vedere famiglie indebitate fino al collo e matrimoni buttati all’aria, di sentire telefonate disperate di madri che supplicano: «Ti prego, non far più giocare mio figlio, ci portano via la casa». Eugenia non ci donne la notte, Antonio è tormentato. Di «cose incredibili», di fronte a quel video infernale, ne sono già accadute. Per dire basta, sarebbe sufficiente il caso di un cliente che all’ora di chiusura, dopo un pomeriggio passato a tentare la fortuna, è svenuto: stramazzato a terra come stordito, ipnotizzato; e quando un pomeriggio una madre di 88 anni entra nel loro bar con il respiro corto per prelevare la figlia malata di slot dalla diabolica postazione, Eugenia non ci sta più. Antonio le va dietro: «Nel mio bar non voglio più vedere clienti che si rovinano con le slot: le elimino».
Detto, fatto. Montignoso plaude: qui quasi tutti si conoscono e sono mezzi imparentati tra loro e vedere il tuo figlioccio rovinarsi con le sue mani o la ragazza a cui hai cucito l’abito da sposa buttare all’aria il matrimonio per quelle maledette slot, non è un bello spettacolo per nessuno. Anche questa fitta rete di rapporti interpersonali ha inciso sulla scelta di Antonio e Eugenia. La loro fama di baristi anti-slot valica i confini apuani. Il bar si trova sull’Aurelia, in una zona di intenso via-vai, a due minuti in auto dall’Opa, e chi arriva da fuori si ferma al Nuovo bar Bonotti per stringere la mano ai baristi: ancora oggi, a distanza di parecchi mesi. «Recentemente sono entrati dei fiorenti ni – dice Eugenia – “Abbiamo letto di voi su internet, siamo venuti per complimentarci” mi hanno detto. Qualche settimana fa, dei livornesi hanno esordito Ti siamo fermati apposta: se voglio bere un caffè, lo voglio prendere da voi”». Sono cose che fanno piacere, che ti confermano che hai fatto la cosa giusta. «Ma a fare Don Chisciotte non si vincono le battaglie dice Antonio – Ciascuno dovrebbe fare la propria parte».
Non ci sono soltanto i mini-casinò per giocare, anzi, i locali in cui si incontrano più frequentemente le slot machine sono i bar.
In Toscana sono 3.708 quelli autorizzati a servire cappuccini e azzardo, in media poco più di uno ogni mille abitanti.
Escludendo i comuni piccoli (quelli cioè sotto i 5.000 abitanti), il comune a più alta concentrazione di bar con slot è Castelnuovo Garfagnana con 3,6 bar con macchinette ogni mille abitanti (22 locali in tutto). Seguono Bagni di Lucca, Portoferraio, Aulla e Barga (3 comuni della provincia di Lucca, dunque): in tutti questi casi ci sono più di 2 bar ogni mille abitanti ad ospitare le macchinette.
Il comune più virtuoso è invece Greve in Chianti con un unico bar autorizzato nel 2013 per 13mila residenti.
Nella classifica dei “bravi” seguono San Gimignano, Rignano sull’Arno e Montelupo Fiorentino (tutti sotto i 3 bar ogni 1o mila abitanti).
Se si tiene conto anche dei comuni più piccoli, invece, quello che ha la concentrazione maggiore in assoluto è l’Isola del Giglio, dove ci sono più di 4 bar ogni 1.000 persone dove si può giocare con le slot machine.
Quelli utilizzati in queste pagine e nellamappaonline sono i dati sulle autorizzazioni a ospitare slot machine concesse da Aams agi i esercizi commerciali. Trattandosi di autorizzazioni, è anche possibile, in teoria, che l’esercizio in questione non ospiti effettivamente macchinette o che siastato nel frattempo chiuso o non
abbia mai cominciato l’attività. inoltre, nelle autorizzazioni non è specificato quanti apparecchi sono presenti in ciascun locale. Tuttavia, in assenza di dati specifici sulle slot presenti su un territorio, questi numeri rappresentano la migliore approssimazione possibile alla distribuzione dei fenomeno a livello provinciale ecomunale.

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