Visto il rapporto della Casa della Donna di Pisa “La violenza sulle donne a Pisa e provincia: tutti i dati 2022 del centro antiviolenza” che mostra come il numero delle donne che ricorre al Centro antiviolenza, aumentato durante la pandemia, continua a crescere;
Considerato che nello stesso rapporto si legge che 30 donne al mese chiamano il centro antiviolenza, sono in aumento le donne giovani che fanno ricorso allo sportello di ascolto, che sono in aumento le donne straniere maltrattate da partner o ex partner italiani, che il maltrattante è probabilisticamente italiano, tra 40 e 59 anni, partner o ex partner (oltre il 60%), familiare o conoscente (30%);
Visto che l’azione di informazione, formazione e sensibilizzazione del Centro antiviolenza è efficace, come testimonia il numero crescente di donne che, dopo essersi rivolte al Centro antiviolenza, iniziano un percorso di uscita dalla violenza;
Ritenendo che i dati del rapporto mostrano l’urgenza di un’azione educativa all’interno della nostra società che, lungi dall’essere affidata interamente alle famiglie che sono, nella maggior parte dei casi di violenza di genere, il luogo in cui si annida il pericolo, deve invece coinvolgere tutte le istituzioni e le strutture sociali a partire dalla scuola che, in questo, deve essere sostenuta.
Visto l’art. 3 della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica del 2011, che definisce la violenza “una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata”.
Visto l’art. 1, comma 16, della legge 107 del 2015, secondo il quale ‘il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni’.
Viste le Linee guida nazionali ‘Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione’ che prevedono azioni finalizzate al superamento degli stereotipi, a un uso consapevole del linguaggio in relazione al genere, alla promozione di modelli di relazione basati sul rispetto e, in generale, al contrasto delle discriminazioni.
Ritenuto che l’intervento contro la violenza ed il maltrattamento debba prevedere sia un solido sistema di servizi di rilevazione, segnalazione e supporto sia un capillare programma di sensibilizzazione e formazione contro gli stereotipi e di diffusione della cultura del rispetto.
Preso atto che, alla luce di quanto su esposto, risulta non ragionevole che il Comune e la Società della Salute abbiano ridotto in maniera rilevante il sostegno ai percorsi di educazione alle differenze nelle scuole, abbiano ritirato la propria adesione ad importanti network nazionali, tra i quali la rete Ready e che il Comune non abbia firmato l’Accordo Territoriale di Genere impedendo di fatto alle scuole pisane l’accesso ai fondi POR della Regione Toscana previsti nel Progetto provinciale dedicato alla formazione di insegnanti e studenti sulla discriminazione e sulla violenza di genere,
Considerato il fatto che allo stato attuale non esiste un sistema integrato di rilevazione della violenza, in grado di orientare le politiche locali e di attivare interventi di contrasto alla violenza di genere nei posti di lavoro, nelle scuole, nelle associazioni e nei luoghi della socialità.
Vista la mozione, approvata il giorno 16 marzo 2021, che ha impegnato il comune a promuovere e finanziare uno studio sugli effetti che la pandemia ha avuto sulla condizione delle donne in città sotto i profili socio-economico e della salute.
Preso atto che tale studio non è stato ancora realizzato né programmato
Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta a:
i) prevedere nella prossima variazione di bilancio maggiori finanziamenti a sostegno delle attività del centro antiviolenza;
ii) Coordinare con i comuni limitrofi un’azione che potenzi e diffonda sul territorio i Centri antiviolenza dotandoli di maggiori risorse;
iii) prevedere percorsi di sensibilizzazione delle e degli insegnanti volti alla conoscenza e al riconoscimento della violenza maschile contro le donne e della violenza di genere, alle azioni di prevenzione, compresa la formazione relativa all’educazione sentimentale e all’approccio di genere, alle modalità d’intervento nei casi discriminazione e di qualsiasi forma di violenza;
iv) attivare una rete di servizi di ascolto, di tutela e di protezione delle adolescenti e delle ragazze, coprogettando risposte appropriate con le realtà del territorio impegnate e con formazione specifica nell’educazione alle differenze e nel contrasto alla violenza di genere, come il Centro antiviolenza e la Rete educare alle differenze;
v) sostenere le scuole che vogliono avviare percorsi peer to peer formando ragazze e ragazzi che possano in modo orizzontale confrontarsi con i propri pari e riconoscere e segnalare i casi di molestie, maltrattamento e violenza nell’ambito della scuola (sia da parte delle figure adulte che dei propri pari);
vi) sostenere le scuole che vogliono individuare percorsi sicuri e riservati di ascolto e di presa in carico al loro interno, individuando le modalità più appropriate per intercettare fenomeni di violenza e di molestie subite da docenti, da compagni o da altri adulti;
vii) Avviare lo studio riservato agli effetti della pandemia sulle donne, prevedendo nel suo ambito un focus rivolto alle adolescenti ed agli effetti dell’isolamento generato dalle misure di contenimento della pandemia.