Visto l’art. 3 della Costituzione Italiana, il quale sancisce che "è compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese";
Considerato che il diritto all’abitare si riferisce al soddisfacimento di uno dei bisogni primari
dell’essere umano e, come tale, è riconosciuto nel novero dei diritti che contribuiscono al
raggiungimento dell’uguaglianza sostanziale tra cittadini;
Visti gli artt. 41 e 42 della Costituzione Italiana, che determinano i casi in cui il godimento della
proprietà privata può essere limitato per finalità sociali e ambientali;
Considerato che allo stato attuale il diritto ad accedere alla casa è compromesso a causa dei
fenomeni di speculazione, carenza di alloggi e diffuso aumento dei canoni, che caratterizzano
l’andamento del mercato immobiliare;
Considerato che nella nostra città il numero di sfratti esecutivi, secondo i dati pubblicati dal
ministero dell’interno per il 2021 è aumentato di oltre il 600%, rendendo Pisa al vertice della
classifica italiana delle città con maggior numero di persone sotto sfratto;
Visto che l’impossibilità di trovare alloggi disponibili contribuisce ad incrementare il bisogno di
casa e contribuisce ad alterare l’equilibrio tra domanda e offerta nel mercato locatizio privato;
Considerato che negli ultimi anni l’esplosione del fenomeno degli affitti brevi, favorito
dall’avvento di alcune note piattaforme digitali, ha influenzato in maniera rilevante l’evoluzione
del mercato immobiliare;
Considerato che, nel suo spirito originario, la pratica della condivisione degli immobili attraverso
piattaforme digitali rispondeva all’esigenza dei piccoli proprietari immobiliari di ottenere
un’integrazione al proprio reddito attraverso l’affitto di una porzione del proprio luogo di
residenza o domicilio (ad esempio una stanza di un appartamento) o di un intero immobile ma
per periodi limitati di tempo (ad esempio durante periodi di assenza dallo stesso);
Considerato che negli anni successivi tale configurazione è stata nei fatti soppiantata da modelli
imprenditoriali caratterizzati dalla messa a disposizione di interi alloggi per lunghi periodi di
tempo, e talvolta dal controllo o dalla gestione di un elevato numero di proprietà immobiliari da
parte di singoli operatori economici;
Considerato che al momento non è possibile neppure avere un sistema di controllo comunale
sul numero effettivo di alloggi adibiti a locazione turistica breve, ma che dai dati rilasciati dal
comune nel 2019 (in risposta ad apposita interrogazione presentata dal gruppo consiliare di
Una città in Comune) risultavano oltre mille annunci per locazioni brevi di cui oltre 600 per interi
appartamenti e più di 400 per singole stanze;
Considerato che il regolamento comunale non obbliga attualmente B&B e le altre piattaforme a
registrarsi nel portale per l’imposta di soggiorno;
Che il fenomeno delle locazioni brevi è in costante ascesa, e che dopo la ripresa del turismo in
seguito alla pandemia la diffusione di locazioni brevi sé aumentata esponenzialmente;
Considerato che una normativa concernente la limitazione del numero degli immobili dati in
locazione breve e la rotazione della concessione di autorizzazioni alla locazione breve tra
proprietari contribuirebbe a contenere le ricadute negative del fenomeno degli affitti brevi sul
mercato delle locazioni residenziali di lungo periodo, aumentando la disponibilità di soluzioni
abitative di lungo termine sul mercato immobiliare e salvaguardando così il diritto all’abitare;
Considerato che la peculiarità della diffusione del fenomeno degli affitti brevi, che assume
diversi gradi di intensità anche all’interno del territorio di uno stesso Comune, richiederebbe di
prevedere adeguati livelli di autonomia a livello comunale nell’applicazione delle limitazioni, pur
nel rispetto di criteri e principi generali definiti per legge;
Considerato che il gruppo "Alta Tensione Abitativa" si è costituito a partire dal 2021 nella città di
Venezia, particolarmente interessata dai fenomeni sopra citati, intorno alla riflessione di
residenti, esperti, associazioni e comitati inerente il rapporto tra città e turismo;
Considerato che il gruppo “Alta Tensione Abitativa” ha in seguito elaborato, grazie all’incontro di
competenze di tecnici giuristi, architetti, urbanisti, società civile e consiglieri comunali, una
proposta di legge “Per la disciplina amministrativa delle locazioni brevi nei Comuni ad alta
tensione abitativa”, il cui testo completo è allegato alla presente mozione;
Rilevato che la sopra menzionata proposta di legge configura un regime autorizzativo analogo a
quanto già previsto in altri Paesi europei, in particolare in linea con la normativa francese in
materia, la quale è già stata giudicata compatibile con il diritto dell’Unione Europea nella
sentenza della Corte di Giustizia – C724/18 Cali Apartments poiché si evidenzia con chiarezza
l’esistenza di un "motivo imperativo di interesse generale" alla base dell’introduzione di un
regime di autorizzazione;
Ritenuto appropriato individuare nel rapporto tra residenti dell’area sottoposta a
regolamentazione e posti letto negli immobili disponibili sul mercato della locazione breve una
prima misura utile a mantenere un equilibrio accettabile tra pressione turistica e mercato
immobiliare residenziale, come stabilito nella sopra menzionata proposta;
Ritenuto inoltre appropriato individuare una durata limitata adeguata delle autorizzazioni alla
locazione breve, al fine di non configurare un’illegittima restrizione alla concorrenza e una
discriminazione irragionevole tra proprietari che aspirano a locare il proprio immobile per brevi
periodi, nonché di escludere dai regimi autorizzativi le attività che non hanno un impatto
significativo sulla residenzialità e possono ricondursi alla nozione originaria di economia della
condivisione, quali la locazione breve di singoli locali nell’immobile di residenza oppure
dell’immobile di residenza nei periodi limitati in cui non lo si occupa, come stabilito nella sopra
menzionata proposta;
Considerato che materie quali l’ordinamento civile (art. 117, comma 2, lett. l) della Costituzione
Italiana), la tutela della concorrenza (art. 117, comma 2, lett. e) della Costituzione Italiana) e la
tutela dei beni culturali (art. 117, comma 2, lett. s) della Costituzione Italiana) sono di
competenza esclusiva dello Stato;
Considerato che per effetto dell’art. 1 del DL n. 551/1988, convertito con modificazioni dalla
legge n. 61/1989, il CIPE individua tramite apposita Delibera i Comuni ad alta tensione abitativa;
Considerato che Pisa risulta un Comune ad alta tensione abitativa;
Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta
A richiedere formalmente, entro la fine del mese di settembre 2023, che il Parlamento legiferi
quanto prima in materia di disciplina amministrativa delle locazioni brevi nei Comuni ad alta
tensione abitativa, seguendo la proposta elaborata dal gruppo di Alta Tensione Abitativa,
riportata in allegato a questa mozione;
a promuovere, anche in concorso con i sindacati e le associazioni rappresentative degli inquilini,
con APES s.c.p.a., con ARDSU Toscana e con l’Università degli studi di Pisa, oltre che con le
associazioni rappresentative di proprietari immobiliari e operatori economici del settore
immobiliare, l’avvio di un confronto periodico sullo stato del mercato immobiliare cittadino e
sulle misure necessarie per la tutela del diritto all’abitare;
a modificare entro il mese di ottobre il regolamento in materia di imposta di soggiorno affinché
risulti obbligatorio per la società Air B&B, e per le altre piattaforme che gestiscono locazioni
turistiche brevi, registrarsi nel portale per l’imposta di soggiorno;
a inoltrare il presente atto alla Presidenza del Senato della Repubblica, alla Presidenza della
Camera dei Deputati, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle Presidenze di Anci e Upi,
dandone adeguata pubblicizzazione.
Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare