In questi giorni 66 Comuni della Toscana Centrale, governati indistintamente da centrosinistra e centrodestra, hanno approvato con poche eccezioni la nascita di una società “multiutility” per la gestione dei servizi pubblici locali.
Si prospetta così la creazione di una mega società quotata in borsa, che dovrà sottomettere alle logiche di mercato e alla ricerca del profitto moltissimi servizi che usiamo nella nostra vita quotidiana. La gestione del servizio idrico integrato, quella delle risorse energetiche come il trasporto e la vendita del gas, i servizi ambientali inclusa la raccolta dei rifiuti e gli inceneritori, le reti di telecomunicazione, gli impianti di illuminazione pubblica, la gestione delle infrastrutture stradali, l’accertamento e la riscossione tributi e persino le attività funerarie dovranno essere riorganizzate non allo scopo di migliorare la nostra qualità della vita ma per rendere competitiva la multiutility e generare utili da redistribuire agli azionisti.
Il primo effetto della nascita di questa mega società sarà quello di privare i Comuni di qualsiasi vero potere di controllo e di determinazione della qualità dei servizi e del lavoro. Il secondo effetto sarà l’aumento delle bollette. In questi ultimi decenni abbiamo visto gli effetti devastanti di analoghe operazione di privatizzazione e finanziarizzazione, con l’aumento dei costi per gli utenti e l’abbassamento del livello dei servizi. Oggi, con la crisi economica, sociale ed energetica in corso, determinata prima dalla pandemia e poi dalla guerra, avremmo bisogno di riportare sotto il controllo e la gestione pubblica i servizi locali: assistiamo, invece, a un attacco senza precedenti ai beni comuni, alla diritti, al mondo del lavoro, al ruolo stesso degli enti locali che vengono sostituiti di fatto dalla finanza nella gestione di servizi indispensabili ai cittadini e alla cittadine.
Denunciamo con forza anche il fatto che una scelta regressiva di tale portata sia stata approvata in tempi record, in un modo autoritario, senza alcun rispetto delle forme minime di democrazia e di partecipazione: un altro segnale che l’unico obiettivo che si persegue è quello del profitto dei privati, non l’interesse pubblico.
Un modello di gestione pubblico, trasparente ed efficiente dei servizi locali costituisce per noi, da sempre, una questione discriminante quando si tratta di programmi per le elezioni amministrative. In questi dieci anni, prima contro la giunta Filippeschi e ora contro la giunta Conti, abbiamo portato avanti dentro e fuori il Consiglio comunale questa battaglia, a partire dall’applicazione del referendum sull’acqua pubblica, calpestato da tutti i governi di centrodestra e centrosinistra che si sono susseguiti dal 2012 a oggi.
Se amministreremo la città nel 2023 ci impegneremo in una direzione diversa: archiviare una volta per tutte la stagione delle privatizzazioni e della speculazione finanziaria, per dare vita a una gestione interamente pubblica dei servizi locali. Avendo come guida esclusivamente l’interesse pubblico, intendiamo riorganizzare la gestione di questi servizi mettendo al centro la qualità del lavoro e del servizio, la partecipazione e il controllo democratico, mettendo fine alle lottizzazioni e ai giochi di potere che hanno caratterizzato le politiche del PD come quelle del centrodestra.